Mondo
Mille bambini in più rispetto al dato del 2009, di cui tre su quattro hanno meno di dieci anni, e quasi tutti vengono ‘utilizzati’ come merce di scambio. E’ questo il dato drammatico che emerge dall’ultimo rapporto dell’osservatorio internazionale contro la pedofilia online e lo sfruttamento sessuale dei bambini ‘Telefono Arcobaleno‘, che mette in evidenza quanto sia cresciuto il fenomeno della pedofilia in rete. Una pratica assurda cresciuta in quest’anno del 6% e che porta i bambini vittime di orchi senza scrupolo, a oltre quattromila.
Bambini innocenti che perdono per sempre la loro infanzia, e che vengono sfruttati, abusati e violati, al solo scopo di alimentare quel mercato clandestino e redditizio che si cela dietro gli oltre 45 mila siti pedofili rilevati nel corso dell’ultimo anno.
Siti per lo più europei, dove la percentuale del fenomeno tocca la soglia del 58% avanti al Nord America (31,4%); all’Asia (3,7) all’Oceania (1,9) e all’Africa (0,9%). Un fenomeno sconvolgente e drammatico, che vede il nostro Paese al quinto posto mondiale per consumo di pedopornografia.
A capeggiare la graduatoria per Paese, infatti, ci sono gli Stati Uniti con il 23% seguiti dalla Germania (18,6); dalla Russia e dal Regno Unito (entrambi al 5,7%); dall’Italia dove il fenomeno è presente per il 4,7%; dal Canada e dalla Francia (2,8%) e dal Giappone 82,5%).
In base al monitoraggio di Telefono Arcobaleno che nel solo mese di novembre conta ben 2.580 segnalazioni, l’Italia dal punto di vista della geolocalizzazione online, si attesta invece al 14° posto dietro a Germania, Usa, Olanda, Russia, Tailandia, Francia, Ucraina, Canada, Hong Kong, Isole Vergini, Regno Unito, Giappone e Singapore.
Dal rapporto, è anche emerso che tra i milioni di bambini violati in tutto il mondo, appena 1% delle vittime viene identificato. “Segno tangibile dell’inaccettabile divario tuttora esistente fra l’atrocità del mercato della pedofilia online e l’imbarazzante povertà delle soluzioni finora adottate per contrastarlo”.
“Lo sfruttamento sessuale dei bambini nell’ambito della pedopornografia – evidenzia il presidente dell’osservatorio di Telefono Arcobaleno Giovanni Arena – è stato erroneamente considerato per troppo tempo alla stregua di un crimine informatico piuttosto che, come dovrebbe essere, una vera e propria forma di riduzione in schiavitù, con la conseguente scarsa attenzione all’identificazione delle vittime, alla loro cura, al sostegno e al reinserimento sociale”.
Bambini oggetto di scambio e vittime dello sfruttamento sessuale in un mondo che da una parte si dice civile e “proclama a piena voce la sua posizione a tutela dei diritti umani universalmente riconosciuti”, e dall’altra priva della libertà e della propria integrità bambini al solo scopo di trarne piacere e guadagno.
Un mercato illegale, ma quello che più preoccupa, è che si sta parlando anche di un mercato libero poiché chiunque e con estrema facilità, semplicemente digitando il codice della propria carta di credito, può scegliere razza, età, genere di perversione sessuale, tratti somatici dei bimbi preferiti e acquistare la propria collezione fotografica o il proprio film pedofilo.
Una pratica assurda e crudele che va denunciata e combattuta, nel rispetto delle giovani vittime e nella salvaguardia del sacrosanto diritto a vivere la propria infanzia liberi dall’orrore e dalla violenza. Ma tutto ciò accada “c’è bisogno che qualcuno si accorga di loro”.