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Il Cinema tra innovazione e tradizione: un mercato che cambia. Intervista a Nicola Borrelli (DG per il Cinema del MiBAC)

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È cambiato e come il cinema nei suoi cento anni e passa di storia? Si è portati a pensare che sia stato un settore poco aperto al cambiamento, se rapportato ad altre industrie culturali. Eppure non è così. Dall’avvento delle prime pellicole in bianco e nero siamo arrivati al 3D, passando per il sonoro, il cinemascope, il colore, il digitale. Ma che cos’altro è successo? Quanto il cinema è rimasto ancorato alla tradizione e quanto si è aperto all’innovazione?

Ne parliamo con Nicola Borrelli, Direttore Generale per il Cinema del Ministero Beni e Attività Culturali.

 

 

Key4biz.  Direttore, per comprendere il rapporto tra innovazione e tradizione, dobbiamo prima comprendere quanto il cinema si distingua dagli altri settori culturali.

 

Borrelli.  Sono d’accordo. Quando si parla di cinema dobbiamo tener presenti tre aspetti che si coniugano tra loro: l’aspetto tecnico, l’aspetto emotivo e l’aspetto produttivo. Il cinema è innanzitutto un modo di raccontare, una prova d’autore che si trasforma in opera finita, è una narrazione che ha le sue tecniche di percorso. In secondo luogo il cinema ci fa vivere in un’altra dimensione, ci trasporta in mondi diversi da quello in cui viviamo o ci fa vedere con altri occhi la realtà che ci sta davanti e che ci sembra di conoscere molto bene; in questo senso il cinema è, su tutto, un’emozione. Infine, il cinema deve contare su linee produttive organizzate, gestite in modo industriale. In definitiva, deve fare i conti col mercato.

 

 

Key4biz.  E le esigenze di mercato sacrificano l’aspetto tecnico e quello emotivo?

 

Borrelli.  Questa idea secondo la quale chi tiene conto del mercato debba essere portato a sacrificare i primi due aspetti è un’idea che va superata. Al contrario, chi tiene in conto il mercato e le sue esigenze, può gestire al meglio le necessità tecniche ed emotive, ottimizzandole e costruendo delle storie di successo.

 

 

Key4biz.  Qual è stato, a suo avviso, il cambiamento maggiore nel cinema?

 

Borrelli.  Penso all’addio a un sistema puramente verticale, come era per tutti gli altri settori dell’industria culturale: una volta era il cinema solo in sala e solo per sé. Poi è scattata l’ibridazione. La tv ha attinto a piene mani dal cinema, priva come è di contenuti propri di qualità. L’home video si è sviluppato grazie al cinema, anzi è stato pensato per il cinema. Internet stesso, come stiamo assistendo in questo momento, si nutre di cinema, di trailers, di personaggi nati negli studios, di merchandising audiovisivo che attinge a piene mani negli archivi dell’industria cinematografica. 

 

 

Key4biz.  Una sorta di pozzo di San Patrizio di cui tutti si avvalgono?

 

Borrelli.  Certamente: tutti i mezzi attingono dal cinema, mentre il cinema, come la letteratura, attinge dalla vita e dalle emozioni, per dare vita alle emozioni. Il cinema è un’industria particolare, ma è anche uno stato dell’anima. È l’industria delle emozioni, al servizio delle quali le tecnologie possono e devono esprimere il loro pieno asservimento. E se in ogni settore tradizione e innovazione non devono mai essere intese in contrapposizione formale né in competizione, nel cinema questo è ancora più evidente. Il cinema rappresenta, a mio avviso, uno splendido mix tra innovazione e tradizione.

 

 

Key4biz.  Di che tipo di innovazione parla?

 

Borrelli.  Innanzitutto, il cinema è completamente rinnovato nella produzione. Sono cambiate le tecniche e le modalità di ripresa, è arrivato il computer che consente di fare cose che qualche decennio fa erano impensabili. Le ricostruzioni digitali, al Colosseo del Gladiatore, per esempio; ma anche la fine delle comparse. Ciò ha comportato una nuova generazione di pensiero su come gestire i bugdet, sugli aspetti manageriali e di gestione del prodotto. Poi è arrivato il 3D…

 

 

Key4biz.  Che ruolo avrà il 3D?

 

Borrelli.  Il 3D ha rivoluzionato il modo stesso di produrre e non sarà destinato a rivestire un ruolo marginale, come spesso si sente dire. Hollywood si è in parte ristrutturata in chiave 3D e questo la dice lunga su come questa nuova modalità di produrre e di vedere il cinema sia importante e sarà sempre più radicata.

 

 

Key4biz.  Il cinema è cambiato anche nella distribuzione?

 

Borrelli.  Completamente. Secondo alcuni la distribuzione ha risentito meno degli altri segmenti della rivoluzione in atto. Ma sappiamo tutti che la distribuzione dovrà rivedere il proprio modus operandi e rinnovarsi con nuovi modelli operativi, che servano meglio le esigenze del settore. E i nuovi fenomeni non sono solo all’orizzonte, sono già ampiamente tra noi: pensiamo al cinema in rete, con il trasferimento delle pellicole attraverso il satellite. Questo sistema modificherà gli attuali paradigmi che regolano gli aspetti commerciali della distribuzione.

 

 

Key4biz.  Tutto questo ci porta ad affermare che il cinema non è rimasto affatto fermo…

 

Borrelli.  Esatto, il cinema ha anzi coniugato sempre al meglio il rapporto tra tradizione  e innovazione, Una tradizione dei ruoli, delle procedure, delle dinamiche di mercato, e una innovazione in termini di esplosione tecnologica, di nuova collocazione nell’ecosistema dei media, di particolare attenzione alle mutate condizioni di consumo del prodotto cinematografico da parte dello spettatore. Nonché attenzione alle nuove condizioni fiscali.

 

 

Key4biz.  E cioè?

 

Borrelli. Mi riferisco agli incentivi pensati per abbattere le vecchie barriere tra cinema e mercato, quelle rigidità che avevano tra l’altro non facilitato la collocazione del cinema in un ambito di investimento fruttuoso per qualsiasi tipo di investitore, il tutto in un contesto di nuovi strumenti capaci da un lato di assicurare nuove risorse allo sviluppo del settore, dall’altro di offrire misure di incentivi agli imprenditori del settore in direzione di un maggior sostegno all’investimento; anche in direzione del nuovo quadro di innovazioni tecnologiche che si stanno rendendo disponibili.

 

 

Key4biz.  Entriamo più dettagliatamente nel contesto della produzione italiana, in lotta, come avviene per tutti, contro un clima di stasi internazionale. Come sta il nostro cinema?

 

Borrelli. Abbiamo dimostrato di avere una buona capacità di tenuta, il pubblico apprezza il prodotto nazionale, il nostro patrimonio si arricchisce di nuovi talenti che il mercato riconosce e premia, l’innovazione tecnologica del nostro settore ci appare sempre meno estranea ed almeno in un contesto, quello dell’esercizio, possiamo dire di non essere secondi ad alcuno in Europa.

 

 

Key4biz.  Qual è la grande sfida del cinema italiano?

 

Borrelli. La modalità con cui la tradizione sarà coniugata con il nuovo che avanza (che nel cinema avanza a velocità della luce) sarà la vera sfida nella quale tutti noi siamo impegnati. È una sfida che non ha alternative e che dipenderà non solo dalla nostra capacità di adattamento, ma anche dalla nostra capacità di orientamento, perché non dovrà e non potrà essere solo subita, andrà orientata e guidata con la consapevolezza e con la vision che l’industria del cinema ha sempre dimostrato.

 

 

Key4biz.  È una prova difficile…

 

Borrelli. È una sfida alta perché proprio dal modo con cui il cinema la interpreterà, dipenderà molto del profilo dell’ecosistema dei media del prossimo futuro.

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