Italia
L’associazione dei consumatori denuncia che in assenza della delibera Agcom sul decoder unico, gli utenti senza segnale terrestre saranno costretti ad acquistare più apparati per l’impossibilità di vedere le varie piattaforme televisive con un solo decoder.
Per l’Adiconsum, l’Agcom è stata inadempiente e dopo un anno dalla denuncia e la conseguente apertura di un’istruttoria, ora arriva anche la diffida. Il motivo? L’assenza della delibera dell’Autorità garante per le comunicazioni, sull’adozione di un decoder unico che permetta a tutti gli utenti, già passati o prossimi al passaggio dall’analogico al digitale, di acquistare un solo decoder piuttosto che uno per piattaforma (digitale e satellitare), con un esborso di denaro in più che non tutti possono permettersi in periodo di crisi.
La denuncia di Adiconsum, risale esattamente al mese di settembre del 2009. Quando cioè, l’associazione dei consumatori chiese per la prima volta all’Autorità di disporre le dovute procedure atte a garantire l’utilizzo di un “decoder unico“, un dispositivo che permette di vedere le trasmissioni sia dalla piattaforma satellitare che digitale terrestre, senza dover acquistare due o tre tipi di decoder diversi (uno per il satellitare, uno per il digitale terrestre, uno per Tivù sat).
Un decoder unico, che soprattutto, che permette di vedere tutti i canali in chiaro e tutti i canali criptati, nel rispetto della delibera Agcom 216/00.
A distanza di oltre 13 mesi però, nulla di tutto ciò è accaduto “E questo perchè – ha affermato Pietro Giordano, segretario nazionale Adiconsum – l’Agcom non ha concluso, nei termini previsti dalla legge, l’istruttoria aperta sulle mancate garanzie di visione delle piattaforme televisive attraverso un solo decoder, nonostante la stessa Autorità avesse comunicato, durante il tavolo con le associazioni consumatori nell’aprile 2010, i criteri adottati per la classificazione dei decoder”. “L’istruttoria – ha altresì aggiunto Giordano – doveva concludersi dopo 180 giorni, ma si è preferito tenerla in un cassetto, lasciando come al solito che a pagare il disagio fossero i consumatori”.
Ma cosa doveva fare l’Agcom che invece non ha fatto.
Secondo Adiconsum, l’Autorità avrebbe dovuto accertare le caratteristiche dei diversi decoder commercializzati in Italia; definire, sentite le Associazioni dei consumatori, un sistema di classificazione dei decoder per permettere ai consumatori un acquisto e un utilizzo consapevole degli stessi; appurare la conformità degli accordi di cessione delle licenze per i sistemi di accesso condizionato alla luce della normativa di settore e, individuare tutte le iniziative utili all’adozione di un “decoder unico” a seguito dell’evoluzione tecnologica e del mercato, per tutelare più efficacemente gli interessi degli utenti nel rispetto del quadro comunitario.
Nel frattempo però, qualcosa è cambiata e TivùSat si è adeguata mettendo in vendita il proprio modulo CAM, ma non Sky. La delibera dell’Agcom avrebbe invece spinto l’operatore a distribuire i propri decoder con lo slot common interface, ma ciò non è accaduto, continuando a penalizzare gli utenti.
“L’Adiconsum – conclude il segretario Giordano – diffida l’Agcom a voler concludere, entro e non oltre 5 giorni da quest’ultima comunicazione, l’istruttoria aperta e mai conclusa”.