Cybercrime: in arrivo centro Ue per la criminalità informatica e nuovi strumenti per rafforzare la sicurezza nel cyberspazio

di Alessandra Talarico |

Unione Europea


Cybercrime

La Commissione europea, nell’ambito della strategia di sicurezza interna che prevede la messa in atto di  41 azioni destinate a far fronte alle minacce più imminenti, ha previsto nuovi strumenti per innalzare i livelli di sicurezza per cittadini e imprese nel ciberspazio, tra i quali un centro Ue per la criminalità informatica, che dovrebbe vedere la luce per il 2013; l’istituzione di una rete di squadre di pronto intervento informatico (2012) e l’istituzione di un sistema europeo di condivisione delle informazioni e di allarme – EISAS – nel 2013.
 

La necessità di un centro europeo contro i crimini informatici che riunisca gli esperti in materia di indagine e prevenzione, nasce dalla consapevolezza che internet è ormai lo strumento più utilizzato non solo dai criminali ‘prettamente’ informatici – che si introducono nelle reti a caccia di segreti industriali, di documenti governativi, di informazioni personali degli utenti, da rivendere al miglior offerente – ma è ormai il punto di riferimento anche dei criminali ‘comuni’, che usano la rete per piazzare le auto rubate, le merci contraffate, le armi o anche  immagini pedopornografiche e dei terroristi, che utilizzano la rete per diffondere la loro propaganda. Allo stesso modo, le frontiere della Ue sono un crocevia per  il traffico di droga e per la tratta di persone e le reti criminali – denuncia sempre la Commissione – traggono profitti sempre più cospicui dalle finanze pubbliche.

 

Secondo i calcoli del Fondo monetario internazionale, i profitti generati dalla criminalità finanziaria arrivano da soli al 5% del PIL globale e per affrontare questi problemi, oltre alle azioni finalizzate alla repressione alla reazione agli attacchi informatici, l’esecutivo Ue prevede un programma comune per smantellare le reti criminali e terroristiche, aumentare la sicurezza grazie a una gestione più intelligente delle frontiere e rendere l’Unione più preparata e capace di rispondere alle situazioni di crisi.

 

Tra le misure messe a punto a Bruxelles, una proposta legislativa per la confisca dei proventi di reato e nuove azioni volte a offrire alle comunità locali la capacità di far fronte alla radicalizzazione e al reclutamento di terroristi, e identificare modi migliori per proteggere le infrastrutture di trasporto, in particolare il trasporto terrestre, dal terrorismo.

“La sicurezza interna della Ue segue per tradizione una mentalità compartimentata, concentrandosi su un solo settore alla volta. È giunto il momento di adottare un’impostazione comune sul modo di reagire alle minacce alla sicurezza e alle sfide che abbiamo di fronte. Il terrorismo, la criminalità organizzata, la criminalità transfrontaliera e quella informatica, le crisi e le catastrofi sono altrettanti settori in cui dobbiamo unire i nostri sforzi e collaborare per aumentare la sicurezza dei nostri cittadini, delle imprese e della società in tutta la Ue”, ha affermato il Commissario Ue per gli affari interni Cecilia Malmström, sottolineando come la nuova strategia “…individua le minacce che ci troviamo di fronte e le azioni che dobbiamo intraprendere per essere in grado di combatterle”.

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