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France Télévisions: l’Assemblea Nazionale dice no all’eliminazione della pubblicità prima delle 20

Francia


France Télévisions manterrà la pubblicità prima delle ore 20: come previsto, infatti, l’Assemblea Nazionale  ha votato contro la soppressione della pubblicità sulla Tv pubblica durante la giornata, uno dei punti chiave della riforma del settore audiovisivo avviata da Nicolas Sarkozy nel 2009, che ha già portato allo stop della pubblicità sulla Tv pubblica dopo le 8 di sera.

 

I deputati hanno adottato due emendamenti identici,  presentati dall’UMP e dai socialisti, che la Commissione Affari sociali dell’Assemblea aveva adottato la scorsa settimana e che vanno oltre la moratoria di due anni che avrebbe fatto slittare l’eliminazione della pubblicità prima delle 20 al 2014.

 

Il voto, che dovrà ora essere confermato dal Senato, secondo i deputati era necessario per la stessa sopravvivenza della Tv pubblica che, in un contesto economico di crisi, andrebbe a perdere i 320 milioni di euro di introiti degli spot, una cifra molto superiore a quanto inizialmente previsto.

“Il governo è contro questi emendamenti – ha affermato il ministro al Bilancio François Baroinche  possono bloccare l’avvio della nuova riforma della radiodiffusione pubblica” e vanno a modificare il disegno di legge finanziaria per il 2011, che prevedeva dal 2014 in poi, l’eliminazione della pubblicità dalla Tv pubblica, entro le ore 20 di ogni giorno.

L’intera vicenda della soppressione della pubblicità – partita progressivamente dal primo gennaio 2009 fino all’oscuramento totale dal 2014 – non è mai stata immune da polemiche e dissensi, specie per quanto riguarda la riduzione delle entrate pubblicitarie delle Tv private e non solo.
Nei primi mesi dell’entrata in vigore della riforma, ad esempio, la soppressione parziale della pubblicità è pesata sul fatturato di France Télévisions (France 2, France 3, France 4, France 5) circa 800 mln di euro. Allora, per recuperare le minori entrate, il Governo francese è dovuto intervenire con tutta una serie di misure ‘compensative’ che nel solo 2009 sono ammontate a 450 milioni di euro. Misure, queste, che prevedevano un aumento del canone da 116 a 118 euro nel 2009 e da 118 a 120 euro nel 2010, oltre che una tassa sulla pubblicità per i canali privati (compresa tra l’1,5 e il 3% del fatturato) e per gli operatori di comunicazioni elettroniche (0,9%).

 

La parola fine, tuttavia, non è stata ancora scritta e ora si attende la decisione del Senato. Toccherà a questo ramo del Parlamento francese valutare proposte e modifiche e decidere, al più tardi entro metà dicembre, sul da farsi.

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