Italia
La decisione dell’Agcom di rimodulare, su richiesta della Commissione europea, le tariffe di unbundlig per il 2011-2012 – portate, rispettivamente, a 9,02 e 9,28 euro al mese, dai precedenti 9,14 e 9,48 euro – non ha soddisfatto gli operatori italiani, né l’ex monopolista Telecom Italia, né i suoi concorrenti.
Da un lato, l’ad di Telecom Italia Franco Bernabè si è detto ‘sorpreso’ dall’esito dell’intervento dell’Agcom che – seppur positivo nella sua tempestività, che mette fine a “polemiche del tutto strumentali” – ha ulteriormente modificato “…un modello che era stato definito dall’Autorità e che era già stato modificato per tener conto dell’esigenza di gradualità dell’adeguamento, portando a delle conclusioni diverse da quelle a cui porta il modello che è stato accettato dalla Ue”.
Viceversa “coerenza avrebbe richiesto di mantenere risultati di quel modello”.
Bernabè ha affermato che la società “prende atto” della decisione diversa dell’Autorità che, per quanto “penalizzante”, conferma che “il modello” adottato per il calcolo dei costi era “corretto”, ma aggiunge anche che l’intervento dell’Agcom è “andato al di là” delle osservazioni della Commissione, che aveva chiesto il riesame delle modalità di determinazione di alcune componenti dei costi operativi (costi di manutenzione correttiva e costi commerciali).
Soddisfazione è stata infine espressa da Bernabè quantomeno per l’assunzione del principio di “Olo efficiente” per la valutazione dei costi che, ha spiegato, deve essere “un riferimento di costo anche per altre decisioni ispirate a questo principio. Lo riteniamo fondamentale nella sua applicazione estesa a tutti i casi in cui questo deve essere il modello”.
Si potrebbe pensare, dunque, che avendo scontentato Telecom Italia, la decisione Agcom abbia invece soddisfatto gli operatori alternativi. Ma non è così. Fastweb, Vodafone, Wind e Tiscali hanno immediatamente commentato di aver appreso “con rammarico” della decisione Agcom che, confermando comunque l’aumento del canone di unbundling, “ignora del tutto gli elementi forniti dagli operatori alternativi e favorisce l’operatore dominante sul mercato, rafforzandone ulteriormente la dominanza”.
Gli OLO, in una nota diffusa in seguito alla comunicazione dell’Agcom hanno quindi fatto sapere di essere pronti ad “avviare le opportune azioni nelle sedi competenti conosciute le motivazioni del provvedimento adottato”.