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Agenda digitale: autorità, telco, Isp e associazioni d’accordo sulla net neutrality. Domani la Kroes a Roma

Unione Europea


Neelie Kroes

In Europa, Autorità nazionali, associazioni dei consumatori, operatori telefonici, ISP e semplici cittadini sono d’accordo quasi all’unanimità sull’importanza di preservare l’apertura di internet.

E’ quanto emerge dalla consultazione pubblica sulla net neutrality lanciata a giugno dalla Commissione europea e i cui esiti confluiranno in un rapporto che sarà presentato entro la fine dell’anno.
 

La consultazione, cui hanno contribuito 318 parti interessate, dal Berec (l’Organismo dei regolatori europei delle comunicazioni elettroniche) agli operatori, dagli ISP a semplici cittadini, era stata lanciata per approfondire questioni quali l’utilizzo di sistemi di gestione del traffico internet – di cui parecchi ISP hanno abusato per impedire l’accesso ai siti P2P o ai sistemi VoIP – ma anche la trasparenza e la qualità del servizio, nonché per verificare l’adeguatezza delle nuove norme europee nel settore delle telecomunicazioni.

 

Una rete internet aperta e neutrale è alla base di molti degli obiettivi dell’Agenda Digitale europea e il commissario Neelie Kroes – che domani sarà a Roma per presentarla alle Camere riunite- è determinata a fare in modo che i consumatori possano continuare ad accedere a qualunque tipo di contenuto da qualsivoglia dispositivo, dando al contempo ai fornitori di servizi e agli operatori telefonici i necessari incentivi per continuare a innovare, nella convinzione che – trattandosi di una questione tanto delicata – nessun approccio debba prevalere su un altro.

 

Coloro i quali hanno inteso fornire il loro parere sulla questione, sembrano d’accordo sul fatto che non vi sia necessità di nuove norme europee: il nuovo quadro normativo sulle tlc , adottato alla fine del 2009, dà indicazioni e direttive esaustive sulla neutralità della rete, che tra l’altro è stato il tema che ha rischiato di far saltare tutto il pacchetto.

La questione della net neutrality, di fatto, è legata a doppio filo all’utilizzo di questi sistemi, resisi necessari in  seguito all’esplosione dei contenuti fai da te, della Tv via internet (IPTV), del VoIP, tutti servizi molto voraci di banda e, quindi, in grado di sovraccaricare la rete. Il punto è che non sempre questi strumenti vengono usati correttamente: esemplare, negli Usa, il caso dell’operatore via cavo Comcast che era solito bloccare l’accesso al sito di condivisione BitTorrent. E sono in molti a credere che se si avallasse l’uso senza freni di queste tecnologie si darebbe troppo potere agli internet provider, con le evidenti conseguenze per la libertà della rete.

Anche sul tema della gestione del traffico, tuttavia, c’è stata unanimità riguardo la necessità di utilizzare questi strumenti per evitare congestioni e gestire la rete in maniera efficiente. Non sono mancate tuttavia, espressioni di preoccupazione circa eventuali abusi dei sistemi di traffic management, volti a favorire determinati servizi, o anche dei programmi di “packet inspection” che possono rivelarsi un’insidia per la privacy.

 

Il Berec, nel suo contributo, ha quindi sottolineato i possibili problemi di discriminazione di servizi e contenuti che potrebbero causare effetti anticoncorrenziali, le possibili conseguenze a lungo termine per l’economia di internet in termini di innovazione e libertà di espressione e le incertezze per i consumatori dovute alla mancanza di trasparenza.

Molti altri contributi, tuttavia, vertevano sul fatto che la trasparenza, da sola, non può bastare a risolvere tutti i problemi legati alla neutralità della rete, in particolare “in presenza di barriere che ostacolano il passaggio da un fornitore di servizi internet a un altro”.

 

Nel complesso, sottolinea infine la Commissione, “…i rappresentanti del settore sono soddisfatti delle attuali strutture di mercato, ma alcuni fornitori di contenuti temono che eventuali modifiche ai meccanismi di fissazione dei prezzi (ad es. il pagamento per la fornitura di contenuti) possano finire per rappresentare una tassa sull’innovazione”.
 

Sulla necessità di mantenere la rete neutrale, così come è nata e si è sviluppata, è intervenuto nelle scorse settimane anche uno dei padri fondatori di internet, Tim Berners-Lee, che ha affermato: “nel momento in cui si lascia andare la neutralità della rete, si perde internet come lo conosciamo ora. Si perderà qualcosa di essenziale: il fatto che qualsiasi innovatore possa sognare un’idea e realizzare un sito in un posto qualunque e poi vederlo decollare grazie al solo passaparola”.
 

I temi che gravitano attorno alla neutralità saranno ulteriormente discussi l’11 novembre a Bruxelles nell’ambito del Summit ‘The open internet and net neutrality in Europe’.

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