Italia
Le restrizioni all’accesso alle reti Wi-Fi, contenute nell’articolo 7 del decreto Pisanu, saranno presto superate: il Consiglio dei Ministri ha infatti deciso di non prorogare ulteriormente la norma, risalente al 2005 e varata in seguito agli attentati terroristici di Londra e Madrid, che imponeva ai gestori di locali pubblici e privati che forniscono accesso a internet, di richiedere e fotocopiare i documenti degli utenti e di conservarli in un archivio cartaceo.
Nell’annunciare l’abolizione di queste contestate misure limitative, nell’ambito del decreto sicurezza approvato oggi dal CdM, il ministro dell’Interno Roberto Maroni ha sottolineato che dal primo gennaio del prossimo anno sarà possibile collegarsi liberamente ai sistemi Wi-Fi, “…senza le restrizioni introdotte 5 anni fa e che oggi sono superate dall’evoluzione tecnologica”.
Maroni ha quindi spiegato che l’abolizione delle misure restrittive è stata decisa alla luce di approfondite valutazioni, volte a “contemperare l’esigenza della libera diffusione e quella della sicurezza”.
“Da qui a dicembre – ha concluso il ministro – valuteremo quali siano gli adeguati standard di sicurezza e dal 1 gennaio i cittadini potranno collegarsi liberamente alle reti Wi-Fi”.
Soddisfazione è stata espressa dal responsabile Comunicazioni del Pd, Paolo Gentiloni che – insieme Luca Barbareschi (FLI), Linda Lanzillotta (API) e Roberto Rao (Udc) – aveva presentato nelle scorse settimane una proposta di legge volta a favorire il superamento delle limitazioni imposte dalla legge del 2005.
“La decisione presa oggi dal governo è una buona notizia” ha commentato Gentiloni, che ha quindi sottolineato: “…sono state ascoltate le voci che da ogni parte sostenevano la mancanza di risultati del decreto Pisanu nella lotta al il terrorismo e i danni provocati allo sviluppo di internet senza fili. Sono convinto che una spinta decisiva per la decisione di oggi sia giunta dalla proposta abrogativa che ho avanzato insieme a parlamentari di diversi gruppi e che comincia il suo iter alla Camera proprio martedì prossimo”.
“E` bene che l`iter di questa iniziativa parlamentare vada comunque avanti anche per verificare che l`annuncio di oggi corrisponda ai concreti atti normativi delle prossime settimane”, ha concluso l’ex ministro.
Per Roberto Rao, invece, si tratta di “una vittoria di chi ha sostenuto una battaglia di progresso e di libertà”.
“Una battaglia è stata vinta – ha aggiunto Rao – Ora maggioranza e opposizione collaborino per trovare la via parlamentare più breve per l’attuazione di questo impegno: l’Italia non può permettersi di rinviare ulteriormente la piena ed effettiva libertà di accesso alla rete”.
Soddisfazione è stata espressa anche dal ministro della Gioventù, Giorgia Meloni, il cui ministero, ha affermato, “…si batteva da tempo per la cancellazione di una normativa senza eguali nel mondo occidentale. Gli stessi proponenti originari della norma – ha aggiunto il Ministro – avevano ammesso ormai da tempo la scarsissima utilità per il contrasto al terrorismo di questa norma, a fronte di ostacoli molto gravosi per la diffusione del libero accesso alla rete, e dunque per lo sviluppo dell’Italia. Adesso lavoreremo per approvare entro il 31 dicembre nuove norme che possano garantire adeguati standard di sicurezza senza limitare il libero accesso ad internet”. Le norme contenute nel decreto Pisanu, pure utili nel contrasto al terrorismo e alla pedopornografia online, ha aggiunto la Meloni “…avevano purtroppo da tempo mostrato la propria inefficacia: erano troppo facilmente aggirabili, e frapponevano ostacoli inutilmente proibitivi ai locali pubblici che volevano offrire servizi di connessione Wi-Fi. Oggi la possibilità di sedersi al tavolino di un bar e connettersi alla rete con il proprio portatile è una consuetudine per i cittadini di tutte le nazioni sviluppate: ostacolare in nome della burocrazia questo diritto consolidato è un’insensatezza”.
Una voce di dissenso si è invece levata dal procuratore nazionale Antimafia, Piero Grasso, secondo cui il venir meno del decreto Pisanu “che stabiliva le regole precise per l’identificazione di coloro che usano le reti internet”, potrebbe portare a una significativa riduzione delle capacità di “…individuare tutti coloro che commettono reati attraverso questo nuovo strumento tecnologico che è internet”.
“Credo che ci si debba rendere conto – ha aggiunto – che dietro questi internet point e queste reti Wi-Fi ci si possa nascondere benissimo nella massa degli utenti non più identificabili, tra i quali si possono trovare anche terroristi, pedofili e mafiosi”.
Il Pacchetto sicurezza varato oggi include anche la nuova carta d’identità elettronica, un documento di identificazione rispondente agli standard internazionali di sicurezza e la cui introduzione, ha affermato Maroni, “pone fine alla fase di sperimentazione durata circa 10 anni”.