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Copyright. Neelie Kroes: ‘Serve nuovo approccio per tutelare gli artisti e arginare la pirateria’

Europa


“Se c’è una cosa che definisce ed eleva l’Europa, è la cultura. O meglio, un arcobaleno di culture”. Con queste parole, il commissario Ue responsabile per l’Agenda Digitale, Neelie Kroes, ha aperto il Forum d’Avignon 2010, l’appuntamento annuale dedicato alla cultura, all’economia e ai media.
“La
cultura è il picco della creatività umana e una fonte di forza collettiva, ed è essenziale che la nostra diversità culturale sia difesa con le unghie e con i denti”, ha aggiunto la Kroes, sottolineando che “…la cultura è il tessuto della vita, e quindi non può essere separata dalla società in cui nasce e, soprattutto, dalla sua gente. Non c’è cultura senza le persone e le persone cambiano. È sempre stato così”.
 

Ma come fare per preservare la forza culturale dell’Europa? Su quali fondamenta costruire il futuro?

Innanzitutto, ha detto la Kroes, bisogna partire da un nuovo approccio verso il copyright che sì, si è dimostrato per oltre 200 anni uno strumento potente per remunerare gli artisti e costruire una solida industria creativa, ma oggi, anche a causa di un sistema troppo frammentato, mal si adatta alla vera essenza dell’arte che è senza frontiere.

“Il copyright – ha osservato la Kroes – ha finito per dare un ruolo più importante agli intermediari che agli artisti e irrita il pubblico, che spesso non può accedere a ciò che gli artisti vogliono offrire. La sua applicazione, inoltre, è spesso invischiata in questioni sensibili per la privacy, la protezione dei dati o anche la neutralità della rete”.

“Il copyright – ha spiegato la Kroes – esiste per assicurare che gli artisti continuino a creare, eppure sempre più spesso non è rispettato e in alcuni settori, i livelli di pirateria, che privano gli artisti del loro meritato compenso, esigono che ci si chieda dove si è sbagliato”

 

Guardando a coloro che cercano di digitalizzare le opere culturali, il commissario ha quindi portato l’esempio di Europeana, il portale online di biblioteche, musei e archivi europei che rappresenta un unico punto di accesso per una mole enorme di beni culturali che altrimenti sarebbero di difficile accesso, nascosti o addirittura dimenticati: “una collezione di 12 milioni di libri, quadri, mappe, video e brani musicali può rischiare lo stallo perchè il copyright si mette di mezzo?” si chiede la Kroes. Pur auspicando di no, comunque, il problema diventa maggiore quando si tratta di digitalizzare e pubblicare le opere orfane e fuori distribuzione.

“Europeana potrebbe essere condannato a restare un operatore di nicchia, piuttosto che uno dei leader mondiali, se non potranno essere concesse licenze e non si potrà condividere il catalogo completo di materiale scritto e audiovisivo conservato nelle nostre istituzioni culturali”, ha aggiunto la Kroes, sottolineando la frustrazione che deriverebbe dall’impossibilità di  “…collaborare con i partner commerciali a condizioni coerenti con le politiche pubbliche e con gli interessi dei titolari dei diritti”.

Su suggerimento di Frédéric Mitterrand, la Commissione europea ha istituito un Comitato di Saggi per trovare una adeguata soluzione ad alcuni di questi problemi e a breve la Commissione presenterà proposte legislative sulle opere orfane e sulla trasparenza e la governance delle società di gestione collettiva. Sarà inoltre esaminato nuovamente il problema dei prelievi nazionali sulla copia privata e la questione della licenza multi-territoriale e pan-europea.

 

La Commissione, insomma, vuole abbattere un sistema disfunzionale fatto di tanti “Muri di Berlino culturali” per “ritornare a un senso”, ossia – ha concluso la Kroes – “…a un sistema in cui vi sia la possibilità di creare nuove opportunità per gli artisti e i creatori e nuovi modelli di business che si adattino meglio all’era digitale”.

 

Andando indietro nel tempo fino alla nascita della scrittura, sono state tre le rivoluzioni tecnologiche che hanno influenzato la diffusione della cultura: la stampa prima, la rivoluzione industriale poi e, adesso, le tecnologie dell’informazione e della comunicazione.

Ognuna di queste rivoluzioni, ha detto la Kroes, ha seguito un percorso ben definito ma, mentre un tempo gli artisti viaggiavano per raggiungere un mecenate, evitare le guerre o imparare da un maestro, oggi, in un momento in cui i confini possono essere superati in maniera mai così facile, le opportunità per gli artisti e i creativi di ogni genere sono infinite e l’arte ha così possibilità di arricchirsi “attraverso l’eliminazione delle barriere artificiali tra le persone, come dei confini tra i paesi”.

Tutto questo, grazie alle tecnologie digitali che fanno sì che le opere culturali siano disponibili a tutti: “in un certo senso – ha affermato ancora la Kroes – Internet è la realizzazione del sogno rinascimentale di Giovanni Pico della Mirandola: tutta la conoscenza in un posto”.

Certo, questo non vuol dire che non vi siano più ostacoli alla condivisione di opere culturali e artistiche: anche la ‘rivoluzione’ internet comincia a svelare la posizione ‘insostenibile’ di alcuni ‘custodi’ di contenuti e intermediari, i quali, però, rischiano di essere messi da parte se non si adatteranno alle esigenze dei creatori e dei consumatori di beni culturali.

 

Anche se è ancora presto per sapere chi riuscirà a “conquistare il cuore dei creatori e del pubblico” e nonostante il fatto che molti dei giganti di internet vengano da altri continenti, la chiave di volta per la prosperità digitale è, senza dubbio la convergenza dei media, che rappresenta un’opportunità straordinaria per gli artisti e per il pubblico: “così come il cinema non ha ucciso il teatro e la Tv non ha ucciso la radio, internet non ucciderà gli altri media”, ha osservato infatti la Kroes, spiegando come ormai anche le statistiche confermano che le persone che trascorrono più tempo online tendono a leggere, andare al cinema e ai concerti più degli altri, così come è confermato che sempre più persone guardano la Tv e navigano su internet allo stesso tempo.

“E questo è solo l’inizio – ha concluso – perché convergenza vuol dire più libertà creativa e più contenuti di ispirazione pronti a soddisfare le aspettative di un pubblico che si evolve con l’arte e i contenuti”.

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