Privacy: servono regole più rigide. Nuovo giro di vite Ue sui social network

di Alessandra Talarico |

Nel 2011 la Commissione presenterà le sue proposte per un nuovo quadro giuridico generale sulla protezione dei dati che dovrà essere negoziato e adottato dal Parlamento europeo e dal Consiglio.

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Privacy su Facebook

Che cosa succede ai dati personali quando si prende un aereo, si apre un conto in banca o si scambiano foto online? Come vengono utilizzati e da chi? Come cancellare in modo permanente le informazioni riguardanti il profilo sui siti di social networking? Si possono trasferire i contatti e le foto a un altro servizio? Per affrontare tali questioni, la Commissione ha presentato oggi una strategia per proteggere i dati personali in tutti i settori, anche nelle attività di contrasto, riducendo nel contempo la burocrazia per le imprese e assicurando la libera circolazione dei dati in tutta la Ue. Sulla base di questa revisione e dei risultati di una consultazione pubblica, la Commissione modificherà la direttiva sulla protezione dei dati del 1995 e presenterà una proposta legislativa nel 2011.

 

Nel mirino della Commissione europea, in particolare, le web company che trattano con troppa spregiudicatezza i dati personali degli utenti. Argomento quanto mai attuale, alla luce anche della recente conferma, da parte di Facebook, della sistematica violazione delle policy sulla privacy da parte di molte applicazioni utilizzate sul sito, che trasferivano i dati degli utenti ad altre società. Trasferimenti ‘non intenzionali’ si difende Facebook, ma che comunque riportano all’attenzione la necessità di vigilare sul modus operandi di queste società e dei loro partner, che troppo spesso agiscono con leggerezza nel tentativo di guadagnare denaro dalla mercificazione della vita privata.

 

Secondo quanto previsto dal documento, le compagnie internet – con particolare riferimento, dunque, ai social network e alle società di advertising – dovranno chiedere il consenso esplicito degli utenti prima di scaricare i dati personali degli utenti e dovranno fare in modo che le informazioni possano essere eliminate per sempre dal web in qualsiasi momento un utente decida di farlo.

 

“E’ essenziale che chi è responsabile dei dati informi gli utenti in maniera chiara e trasparente su come e da chi le informazioni sono raccolte e trattate, per quali ragioni e per quanto tempo”, si legge nel documento della Ue.

I cittadini – continua la Commissione – devono essere informati su quali siano i loro diritti “se vogliono accedere, rettificare o cancellare i loro dati”.

La comunicazione della Ue nasce dalla necessità di far fronte ai problemi legati alle pratiche messe in atto da web company come Google, Yahoo! e Facebook.
Quest’ultimo è nel mirino di diverse autorità nazionali per non essersi adeguato, come hanno fatto invece altri social network, ai rigidi paletti della Commissione in fatto di privacy e, in particolare, per il fatto che i profili immessi nel sito non possono essere cancellati definitivamente – in barba al cosiddetto ‘diritto all’oblio’ – e che le foto pubblicate possono essere usate e taggate anche da altri utenti, senza la possibilità di rimuoverle.

 

I guai di Google, invece, sono aumentati dopo che la società ha rivelato che le auto utilizzate per catturare le immagini per il servizio Street View hanno anche collezionato frammenti di informazioni private dalla reti Wi-Fi incontrate sul loro cammino.

Nel mirino della Ue, quindi, anche il behavioural advertising che monitora la navigazione degli utenti per realizzare spot ‘su misura’: la pubblicità comportamentale è legata all’uso dei ‘cookies’ (codici che collezionano i dati di navigazione di un utente) e le web company sostengono che il loro utilizzo sia già regolamentato dalla Direttiva Ue sulla Privacy, ma urgono, secondo la Commissione, anche in questo caso regole più rigide.

“La proliferazione di attori coinvolti e la complessità tecnologica della pratica, rende difficile per una persona comprendere se i propri dati vengono raccolti da qualcuno, da chi e per quale scopo”, spiega il documento.
 

“La protezione dei dati personali è un diritto fondamentale”, ha affermato Viviane Reding, Commissario Ue per la giustizia, i diritti fondamentali e la cittadinanza. “Per garantirlo abbiamo bisogno di norme chiare e coerenti sulla protezione dei dati. Dobbiamo inoltre aggiornare la nostra legislazione perché faccia fronte alle sfide poste dalle nuove tecnologie e dalla globalizzazione. L’anno prossimo la Commissione presenterà una proposta legislativa per rafforzare i diritti delle persone, eliminando allo stesso tempo la burocrazia allo scopo di assicurare la libera circolazione dei dati nel mercato unico.”

 

La strategia presentata oggi avanza, in particolare, proposte per modernizzare il quadro giuridico europeo relativo alla protezione dei dati tramite una serie di obiettivi chiave:

    rafforzare i diritti delle persone di modo che la raccolta e l’utilizzo dei dati personali siano limitati allo stretto necessario.
    rafforzare la dimensione “mercato interno” tramite la riduzione degli oneri amministrativi per le società e assicurando condizioni di parità effettive.
    rivedere le norme di protezione dei dati nell’ambito della cooperazione di polizia e giudiziaria in materia penale in modo da assicurare anche in questi settori la protezione dei dati a carattere personale.
    garantire un alto livello di protezione per i dati trasferiti al di fuori della Ue grazie a procedure migliori e semplificate per i trasferimenti internazionali di dati.    

    attuare più efficacemente le norme rafforzando e armonizzando ulteriormente il ruolo e le competenze delle autorità di protezione dei dati. Una cooperazione e un coordinamento rafforzati sono assolutamente necessari anche per assicurare un’applicazione più coerente delle norme di protezione dei dati nel mercato unico.

 

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