Libertà di stampa: asse Berlusconi-Sarkozy contro i giornalisti d’inchiesta. Anche in Francia scoppia il caso

di Antonietta Bruno |

Francia


Silvio Berlusconi e Nicolas Sarkozy

Giornalisti sempre più nell’occhio del ciclone perché si permettono di scrivere di tutto e si concedono persino di fare attività spionaggio contro potenti uomini politici. E, mentre in Italia si lotta per difendere la libertà di stampa, peraltro attaccata ancora ieri dal presidente del Consiglio Silvio Berlusconi che intervenendo sul caso Ruby ha esternato il suo pensiero – peraltro fortemente contestato anche dalla maggioranza – contro i gay e i giornalisti che sul caso hanno sollevato “una tempesta di carta” e per questo vanno chiuse tutte quelle testate che “pubblicano le intercettazioni”, anche in Francia si crea un nuovo caso.

 

A scendere in campo contro il lavoro degli organi d’informazione è, infatti, pure il presidente Nicolas Sarkozy che, come riportato dal settimanale “Le Canard enchaîné“, starebbe seguendo personalmente l’attività di spionaggio di alcuni giornalisti transalpini incaricati di seguire dossier che lo riguardano da vicino.

 

L’autore del pezzo, il caporedattore del settimanale satirico, Claude Angeli, citando fonti anonime, ha infatti riportato nero su bianco quando deciso dal presidente. “Non appena un giornalista si occupa di una inchiesta scomoda per lui o i suoi  – ha scritto – il capo dello Stato chiede al numero uno del contro-spionaggio (Dcri) Bernard Squarcini di metterlo sotto sorveglianza”.

 

Una manovra preventiva, se vogliamo, che si è concretizzata con l’arruolamento di un nutrito gruppo di esperti. Sempre secondo quanto riportato dal settimanale, pare che a comporre il gruppo di esperti investigatori alle dipendenze di Sarkozy, siano ex poliziotti dell’Rg che “si procurano i tabulati telefonici del giornalista da spiare”. Giornalisti che in questi mesi si stanno interessando dello scandalo Woerth-Bettencourt dove il primo,  Eric Woerth (ministro del Lavoro) è sospettato di aver elargito consistenti favori fiscali all’imprenditrice francese Liliane Bettencourt.

 

Da qui, l’avvio dei due filoni di indagine, da una parte quelle giudiziarie per venire a capo dell’intricata vicenda, e dall’altra quelle un po’ più discutibili avviata dal presidente francese contro i ‘giornalisti spioni’ – e ora anche spiati – di Le Monde che sarebbero arbitrariamente entrati in possesso di rivelazioni e documenti giudiziari sui rapporti intercorrenti tra il ministro del Lavoro francese e la Bettencourt.

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