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Continua il botta e risposta tra Apple e Motorola riguardo la paternità dei brevetti utilizzati nei rispettivi dispositivi di ultima uscita: questa volta è stata la società di Cupertino a fare causa alla rivale, perché le tecnologie usate nei Droid, gli ultimi smartphone della casa di Schaumburg, ricordano troppo quelle dell’iPhone. La causa segue quella intentata da Motorola contro Apple a ottobre, ed è solo l’ultima di una lunga serie di battaglie legali incentrate sulla proprietà intellettuale.
Dopo aver occupato da sempre una nicchia del mercato coi suoi Mac, Apple trae ora la maggior parte dei suoi profitti (43%) dagli smartphone: le vendite dell’iPhone, secondo gli ultimi dati IDC, sono cresciute del 91% rispetto a un anno fa e Apple è balzata al 4° posto mondiale tra i maggiori produttori di smartphone, scalzando la canadese RIM e Sony Ericsson.
Il gruppo, tuttavia, soffre per l’avanzata della piattaforma Android, utilizzata da un numero sempre più cospicuio di produttori e che, negli Usa, si conferma leader del mercato, con una quota del 44% in crescita dell’11% sul trimestre precedente. E la lineup di modelli Motorola messa in vendita dal maggiore operatore Usa Verizon Wireless ha contribuito in maniera determinante al successo di Android, attualmente presente su un quarto degli smartphone venduti globalmente.
Secondo la causa depositata da Apple presso un tribunale del Wisconsin, tuttavia, Motorola avrebbe violato 6 brevetti che coprono la tecnologia touchscreen e multitouch, nonché il sistema operativo e le modalità per visualizzare, accedere e interagire con le informazioni sul cellulare. Il gruppo di Cupertino chiede quindi il risarcimento dei danni e il blocco delle vendite dei Droid.
Motorola, dal canto suo suo, si è difesa sostenendo di avere a disposizione “un portfolio di proprietà intellettuale tra i più solidi di tutta l’industria”.
“Intendiamo difenderci vigorosamente contro queste accuse perché abbiamo fiducia nella nostra posizione e continueremo a combattere per fermare le violazioni di Apple”, ha spiegato ancora il gruppo.
Prosegue, dunque, la lunga scia di cause incentrate sulla proprietà intellettuale delle tecnologie alla base dei popolarissimi smartphone. Cause che, a detta di molti, rendono molto di più della vendita delle stesse tecnologie. Anche Microsoft, nelle scorse settimane, ha fatto causa a Motorola sostenendo che la società avrebbe sfruttato illecitamente nove suoi brevetti inseriti negli smartphone Android, mentre all’inizio di quest’anno, Apple ha trascinato in tribunale il produttore taiwanese HTC accusandolo di utilizzare suoi brevetti per gli smartphone dei concorrenti – Google e Microsoft in particolare.
Anche Nokia si è buttata nella mischia, e anche in questo caso sembra profilarsi un botta e risposta di cui non si intravede la fine: in quello che è l’ultimo capitolo della saga, è stata la società di Cupertino a fare causa alla rivale finlandese, spostando per la prima volta i confini dello scontro al di fuori degli Stati Uniti. Al centro del contendere, la presunta violazione di 13 brevetti Apple nei dispositivi Nokia.
Ma anche Nokia è convinta che Apple gli abbia rubato qualche idea: già a ottobre dell’anno scorso, il gruppo finlandese aveva denunciato Apple alla Corte Federale del Delaware con l’accusa di aver violato 10 dei suoi brevetti relativi ai protocolli Gsm, Umts e Wi-Fi, praticamente le tecnologie più utilizzate nella telefonia mobile.
Ma la battaglia prosegue anche sul versante dei dispositivi: secondo gli ultimi dati forniti da Strategy Analytics, Apple domina anche il segmento tablet, di cui controlla una fetta del 95%, contro il 2,3% di Google, che però è visto in forte ascesa dagli analisti, grazie all’arrivo sul mercato di dispositivi quali il Samsung GalaxyTab.