Editoria: nel 2027 l’Italia perderà il suo patrimonio di carta lasciando spazio ai più moderni dispositivi elettronici

di Antonietta Bruno |

Il guru australiano dei media Ross Dawson ipotizza la trasformazione del settore e prevede il sorpasso globale di internet già nel 2040.

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Ross Dawson

Diciassette anni ancora e poi il vecchio caro giornale di carta, quello dall’odore di inchiostro e dal frusciare di ogni pagina voltata, abbandonerà i suoi lettori per dare spazio ai più moderni dispositivi di lettura in formato digitale.

 

Di questa possibilità se ne sta parlando tanto in questi ultimi anni, e non solo per via della crisi del settore che sta portando alla morte di tantissime testate anche nel nostro Paese (circa un centinaio entro la fine del 2010).

Una possibilità che ora prende sempre più consistenza dalle previsioni del Guru australiano dei media Ross Dawson. Secondo un suo studio denominato ‘Newspaper Extinction Timeline‘ basato sull’andamento del settore a livello globale, l’imprenditore e autore di numerosi libri sulla comunicazione ha presunto che nel 2027 il giornale ‘made in Italy’ andrà definitivamente in pensione lasciando il suo posto a smartphone, tablet, e-reader e a quant’altro le grandi multinazionali informatiche si inventeranno nei prossimi anni per arricchire l’offerta del digitale.

 

Un’agonia del modello distributivo fortemente legato anche a fattori di sviluppo economico, regolamentazioni e sostegno pubblico all’editoria delle singole nazioni prese in esame, che prima ancora dell’Italia interesserà gli Usa dove il giornale cartaceo, sempre secondo i dati emersi da questo  studio, scomparirà già nel 2017.

 

Due anni più tardi, nel 2019, toccherà invece alla Gran Bretagna  seguita (nel 2019) dall’Islanda. Nella tabella dell’estinzione dei giornali, prima ancora dell’Italia si posizionano il Canada e la Norvegia (2020), la Nuova Zelanda, la Spagna, la Repubblica Ceca e Taiwan (2024),  la Corea del Sud, la Russia urbana e il Belgio (2026).

 

Dopo il 2027, a dire addio ai giornali di carta saranno la Francia (2029), la Germania (2030), il Giappone (2031), la Mongolia (2038) e l’Argentina (2039). Dal 2040 in poi sarà la volta del resto del mondo e il cartaceo rimarrà un arcaico ricordo nella mente dei più fortunati.  

 

“Nel 2022 – ha affermato Ross Dawson – i giornali tradizionali diventeranno irrilevanti in Australia. I profitti nel mondo dei media cresceranno enormemente ma saranno diversamente distribuiti”. “I successori dell’iPad – riconosciuto come il precursore dei tempi – saranno allora i mezzi principali di accesso alle informazioni. I modelli base (nel 2020) costeranno appena 10 dollari e spesso e volentieri verranno offerti gratuitamente – magari con l’abbonamento a un periodico. Quelli più sofisticati saranno invece ‘piegabili o arrotolabili’ e interattivi. Detto questo – ha concluso Dawson – il giornalismo non cambierà solo nella forma ma anche, per certi versi, nella sostanza. Percentuali sostanziali d’inchieste, servizi e notizie saranno ‘dragate’ da orde di dilettanti supervisionati dai professionisti. In opposizione al ‘citizen journalism’ vi saranno però una serie di esperti di settore e firme importanti che, grazie alla loro reputazione, faranno da guida al pubblico”.

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