Editoria. FNSI: ‘Il Governo non ha più alibi. Vanno ripristinati i 70 mln di euro per il settore’

di Antonietta Bruno |

Plauso della Federazione nazionale stampa italiana alla decisione della Commissione Cultura della Camera per il ripristino dei fondi sottratti al sistema dell'editoria.

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Il settore della stampa in Italia continua a soffrire. Testate a rischio chiusura, fughe di notizie, cronisti prossimi al licenziamento per via della crisi economica e giornalisti nell’occhio del ciclone – ultimo caso in ordine di tempo la vicenda dell’omicidio di Sarah Scazzi – stanno sempre più dipingendo il quadro critico di una categoria in balia degli eventi.

Ma cosa fare all’ora? Come tutelare i giornalisti che spesso devono fare i conti con un sistema che li lascia spesso da soli? E’giusto fare morire questo settore? Quanto fa bene al Paese permettere che la libertà di informazione venga compromessa per la mancanza di fondi e sostegno alla classe editoriale?

Tutti interrogativi che in questi giorni continuano ad essere al centro dell’attenzione di colloqui, incontri ma anche ‘scontri’ per una diversa visione delle cose e per un diverso modo di vivere il problema.

 

Tuttavia, qualcosa si sta muovendo e un flebile spiraglio di luce di intravede nell’unanime decisione della Commissione Cultura della Camera di ripristinare i 70 milioni di euro sottratti al sistema dell’editoria e questo, anche grazie all’allarme lanciato dalla Fnsi, oltre che da sindacati e associazioni di categoria, che ha fatto sì che i riflettori si accendessero su quello che è stato definito “l’allarme rosso scattato per l’editoria e il pluralismo dell’informazione” e sulla necessità di “azioni incisive su due assi: interventi per evitare chiusure di testate e perdita di lavoro nel brevissimo periodo; riforma per sostenere ripresa, sviluppo e occupazione qualificata”.

 

Per la Fnsi, inoltre “la nuova legge di riforma dovrà privilegiare comunque il lavoro ideativo e creativo dei giornalisti con l’attribuzione di un punteggio per unità effettivamente e regolarmente occupate a tempo indeterminato – secondo il contratto giornalistico – e dovranno anche essere introdotte norme (già presenti in altri Paesi) per combattere il precariato, le forme abusive di lavoro autonomo.

Ritornando alla decisione della Commissione Cultura della Camera, la Fnsi in una nota stampa ha spiegato che si tratta di “…un’iniziativa importantissima che sta ad indicare che ora non ci sono più alibi. Il Governo deve intervenire immediatamente per evitare che, con scelte sciagurate, il pluralismo dell’informazione subisca un durissimo colpo con la perdita di centinaia di testate e migliaia di posti di lavoro così come, da tempo, la Fnsi ha denunciato con iniziative pubbliche e conferenze stampa. Pur nel rispetto delle economie di bilancio, l’esecutivo deve finalmente battere un colpo”.

 

E di testate a rischio, circa un centinaio entro la fine dell’anno, e perdita di posti di lavoro tra giornalisti e operatori dell’informazione – oltre 4.000 nel nostro Paese – si continua a parlare anche in queste ore, con la polemica – infiammatasi tra i diversi schieramenti politici – sulle sorti de ‘Il Secolo d’Italia’ e sulle strategie per salvarlo.  Strategie, che in soldoni, si tradurrebbero in una anticipazione di 700 mila euro, utile a coprire gli ultimi mesi dell’anno in attesa del versamento dei contributi per l’editoria.

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