Italia
L’offerta di Telecom Italia sulla fibra a 100 Mega verrà presentata a giorni, comunque appena sarà pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale la delibera, già approvata dall’Agcom, sui test di prezzo. La pubblicazione – ha assicurato il presidente Agcom Corrado Calabrò – è prevista per domani.
L’amministratore delegato di Telecom Italia, Franco Bernabè, nell’ambito del Convegno Asstel ‘Le Telecomunicazioni per l’Italia’ (di cui domani Key4Biz fornirà un resoconto dettagliato) aveva risposto a Calabrò, che si era detto meravigliato del fatto che la società non avesse ancora sottoposto all’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni il piano relativo all’offerta commerciale per internet a 100 Mega, che dovrebbe partire entro Natale in 6 città – Roma, Milano, Catania, Bari, Venezia e Torino – per un totale di circa 520.000 abitazioni.
Calabrò ha spiegato ieri che Telecom Italia ha ancora un buon margine per avviare la propria offerta nei tempi stabiliti: “…Certo – ha aggiunto – se presenta il piano più tardi partirà alla Befana”.
La proposta relativa all’ultrabanda larga sarà presentata, dunque, subito dopo la pubblicazione in GU della delibera sui test di prezzo, che rappresentano il criterio per valutare se il prezzo applicato dal gruppo può essere replicato anche dagli operatori concorrenti.
Bernabè ha tuttavia aggiunto che, oltre alla delibera, manca anche “un quadro regolatorio certo” sul passaggio alla fibra ottica e che, quindi, “la richiesta di avviare la commercializzazione dell’offerta sarà fatta all’interno di un quadro regolatorio provvisorio anche se i problemi relativi alla replicabilità dell’offerta sono essenziali”.
L’ad di Telecom Italia si è detto comunque fiducioso sul fatto che le regole per la fibra saranno “definite tra qualche mese” e anche sull’esito positivo del confronto con l’Autorità, che permetterà a Telecom Italia di “avviare l’offerta in tempi brevi”, presumibilmente entro Natale, come annunciato a settembre.
Bernabè si è quindi soffermato sui pericoli legati all’invasione ‘di campo’ di player provenienti da altri settori che sfruttano le reti senza contribuire agli investimenti, “compromettendo la sostenibilità economica del modello di business delle Tlc”.
I grandi fornitori di applicazioni e servizi ‘over the top’ “quali Apple con iTunes e l’Application store, Google con l’online advertisement, Facebook con il suo social networking, Skype con il suo unmanaged VoIP” – ha spiegato l’ad di Telecom Italia – “stanno assumendo sempre più rapidamente la fisionomia di operatori integrati nel settore delle reti Tlc: basti pensare, ad esempio, che Google non è più solo un motore di ricerca, ma dispone di una delle reti internazionali più capillari al mondo”.
Queste società, ha notato quindi, “…sottraggono risorse non al settore nazionale delle Tlc ma anche all’erario in quanto essendo localizzati all’estero pagano imposte solo sugli utili generati in Italia”.
Consulta i documenti del Convegno Asstel ‘Le Telecomunicazioni per l’Italia’:
Sintesi del Rapporto Analysys Mason sulle telecomunicazioni in Italia