Europa
Prevedere le crisi finanziarie per aiutare i responsabili politici a meglio comprendere in che modo i sistemi bancari, i mercati azionari e il flusso del credito siano reciprocamente connessi ed elaborare nuovi indicatori di rischio sistemico da impiegare in “sistemi di allerta precoce” che segnalerebbero preventivamente a governi e istituti bancari l’imminenza di nuovi tracolli e permetterebbero di prendere misure preventive in maniera più rapida di quanto successo finora.
E’ questo l’obiettivo del progetto europeo “Forecasting Financial Crises“, che coinvolgerà ricercatori di università italiane, spagnole, svizzere e britanniche, assieme ad esperti della società Yahoo! e della Banca centrale europea, per comprendere in che modo i complessi sistemi di informazione e transazione digitale, strettamente interconnessi, espongano gli istituti finanziari a rischi sistemici. Si potrebbe giungere, ha sottolineato il commissario Neelie Kroes, a un migliore monitoraggio dei mercati finanziari, oggi inglobati in un sistema talmente interconnesso che, in caso di fallimento di un istituto finanziario, esiste il serio rischio di un “effetto domino” che può contagiare anche altri istituti, per quanto finanziariamente sani.
Molto più che un rischio, in effetti, come si è potuto notare dalla recente crisi finanziaria, la cui gravità è stato impossibile prevedere proprio per la mancanza di strumenti adeguati: per ovviare il ripetersi di nuovi cataclismi, il progetto varato dalla Ue ambisce quindi a fornire “strumenti informatici e concettuali” che consentirebbero, se necessario, di prendere misure volte a stabilizzare i mercati finanziari.
Un progetto, dunque, molto ambizioso, che – ha spiegato la Ue in una nota – “analizzerà il complesso sistema mondiale di operazioni finanziarie svolte elettronicamente e condurrà ricerche su Internet per monitorare l’intensificarsi dei rischi che minacciano il sistema finanziario e l’economia in generale”.
La ricerca, infatti, attraverso il ricorso a un nuovo approccio multidisciplinare che assocerà i risultati dello studio dei sistemi complessi e della fisica della stabilità e della resilienza ai moderni approcci economici, si concentrerà non solo sui dati relativi alle transazioni finanziarie, ma prenderà in considerazione anche i dati di ricerca su Internet, quali la frequenza sui motori di ricerca di certe parole chiave relative alla finanza.
Nel progetto – avviato a settembre, dovrebbe concludersi nel 2013 per un costo complessivo di 2,48 milioni di euro, dei quali 1,8 milioni provenienti dal bilancio per la ricerca sulle ICT del Settimo programma quadro 2007-2013 – sono stati coinvolti sei istituti universitari europei: l’Istituto dei sistemi complessi del Consiglio nazionale delle ricerche italiano, l’Università di Oxford (Regno Unito), l’Istituto federale di tecnologia di Zurigo (Svizzera), la Fondazione “Barcelona Media” dell’Università Pompeu-Fabra (Spagna), la City University London (Regno Unito) e l’Università politecnica delle Marche (Italia). Yahoo! Research metterà a disposizione dati e la sua competenza in materia di dati di ricerca su Internet. La Banca centrale europea parteciperà al progetto in qualità di consulente.