Hadopi: Free si piega. ‘Invieremo le email di avvertimento, ma la legge non porterà i risultati sperati’

di Alessandra Talarico |

Francia


Hadopi

Anche Free inizierà, a partire da oggi, a inviare le email di avvertimento agli utenti internet individuati a scaricare dalla rete materiali protetti da diritto d’autore. Lo ha confermato il Ceo, Xavier Naviel, sottolineando che la società, pur contestando il decreto, perché considerato ‘illegale’, adempirà agli obblighi in esso contenuti, tra cui quello di inviare messaggi di ‘avvertimento’ agli utenti recidivi del downloading illegale.

 

Gli altri fornitori di accesso a internet francesi hanno iniziato a inviare le prime mail già dalla scorsa settimana, ma Free si era appellata al rispetto del diritto alla privacy degli utenti e contestava al ministero della Cultura di non aver stipulato un accordo con gli operatori per il rimborso delle spese relative all’identificazione degli utenti, all’invio dei messaggi e al mantenimento di un registro con i dati degli utenti.

 

Il meccanismo cosiddetto della ‘risposta graduale‘ implica un processo di identificazione in 5 tappe: la prima è in capo alle società di gestione collettiva dei diritti (la più importante in Francia è la Sacem, che difende gli interessi di autori, compositori ed editori musicali). Queste società, conformemente alle disposizioni, hanno fornito a una società specializzata le ‘impronte informatiche’ dei contenuti che intendono proteggere. Seconda tappa: questa società specializzata, la Trident Media Guard di Nantes, dopo essere risalita all’individuo che ha scaricato un contenuto protetto, fornisce a Sacem l’indirizzo Ip del Pc.Terza tappa: la Sacem ha 48 ore per inoltrare le informazioni alla Commissione per la protezione dei diritti dell’Hadopi, composta da altri due magistrati, i quali (quarta tappa), chiedono al fornitore d’accesso (Orange, Free, Numericable…) di fornire le coordinate del titolare dell’abbonamento internet. Quinta tappa: l’Hadopi inizia a inviare le mail.
 

Le spese per la gestione di questo processo in Gran Bretagna, in effetti, sono fatte ricadere per la gran parte (75%) sugli aventi diritto e solo in minima parte sugli ISP, ma il governo francese ha rifiutato a Free il rimborso, minacciando un apposito decreto per obbligare gli ISP a inviare le email di avvertimento, pena una multa di 1.500 euro per ogni messaggio non inviato.

Alla fine, tuttavia, Free si è deciso a collaborare, pur continuando a sottolineare che la società “applicherà rigidamente la legge, solamente la legge”. Una legge che, secondo Naviel “è fatta male e non porterà a nulla, dal momento che è facilmente aggirabile e non tiene conto dell’evoluzione della pirateria”.

 

L’Alta Autorità per la diffusione delle opere e la protezione dei diritti su internet (Hadopi), istituita nell’ambito della legge ‘Creazione e Internet’ volta a limitare il downloading illegale e a favorire l’utilizzo di sistemi legali, dispone di un budget di 12 milioni di euro, ma potrebbe ricevere altri 2 miliardi di fondi pubblici. Nei giorni scorsi, inoltre, la Commissione europea, ha dato il via libera alla ‘carta giovani’, che consentirà ai giovani francesi di ricevere una carta di credito dal valore di 50 euro – di cui la metà pagati dal governo – per scaricare musica dalla rete attraverso i siti di downloading legale.

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