Italia
Pubblicizzava il download gratuito delle più recenti versioni di applicativi da sempre ‘free’ (Open Office, VLC Media Player e altri ancora) ma alla fine dei 10 giorni previsti dalla legge per esercitare il diritto di recesso, invitava ai malcapitati consumatori, una fattura di 96 euro quale quota annuale per l’abbonamento biennale ‘concluso’. Si è consumata così, a danno di migliaia di ignari utenti, la ‘truffa’ messa in atto dal sito tedesco Easydownload che oltre a fare pagare per scaricare contenuti offerti gratuitamente sulla rete, intimava i ‘creditori’ con avvisi di pagamento gravati dalle spese per il sollecito e con la specifica dicitura che in caso di ulteriore ritardo nel pagamento la pratica sarebbe stata passata ad un ufficio legale per il recupero del credito.
A ‘cadere nella rete’ di Easydownload, e costretti a rivolgersi alle autorità competenti con prime segnalazioni all’associazione dei consumatori, sono state migliaia di persone compreso un gruppo dedicato su Facebook con 3800 iscritti.
Da qui le prime indagini e la scoperta che la società Euro Content Ltd. fornitrice del servizio e collegata Viliam Adamca di origine ceca, era solo una pedina del cosiddetto ‘Circolo di Francoforte’ diretto dal ceco Michael Burat e l’intervento dell’Adiconsum che con il coordinamento del Centro Europeo Consumatori ha attivato uno sportello incaricato dalla Commissione Europea per fornire assistenza e consulenza gratuita alle controversie transfrontaliere.
“L’Adiconsum inoltre – ha spiegato il segretario nazionale Pietro Giordano – ha predisposto sul proprio sito (www.adiconsum.it) un forum attraverso cui i consumatori potranno segnalare il caso; scaricare la lettera tipo necessaria per contestare la richiesta di pagamento; indirizzare il reclamo al Centro Europeo Consumatori che provvederà a gestirlo in coordinamento con il CEC tedesco dove ha sede l’impresa. Tale gestione coordinata ha – ha aggiunto il presidente – ha già portato i primi risultati positivi. L’impresa infatti, ha cominciato a stornare le fatture così contestate come ‘gesto commerciale’. Si tratta di un primo successo in attesa che si pronunci l’AGCM, cui Adiconsum si è rivolta per denunciare tale pratica commerciale scorretta, sollecitandone l’intervento”.