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Chiusa la 1a conferenza Ue della comunicazione nel settore pubblico: focus su prossimità, identità professionali, reti

Europa


Mezzo migliaio di operatori, con un concorso almeno formale di tutte le istituzioni comunitarie, hanno partecipato per due giorni (il 13 e il 14 ottobre) a Bruxelles a una sorta di conferenza-inventario della comunicazione del “settore pubblico”. L’ottica prevalente è stata quella della relazione tra prossimità e tecnologie. Cioè la centralità del territorio nella relazione tra istituzioni e cittadini ma anche il superamento di ogni “territorialità” grazie allo spazio relazionale e sociale che si va disegnando nella rete. Nessuno dimentica che l’Unione Europea resta da un lato un’organizzazione di cui sono azionisti gli Stati (in cui le maggiori decisioni in materia comunicativa vengono assunte dai governi). Ma si percepisce chiaramente che nella Ue è anche in atto un laboratorio – forse non sempre esplicito e forse meno promosso di tante riunioni “formali” – centrato sul monitoraggio dell’opinione pubblica che guarda anche alle dinamiche partecipative nella società. In grandissima sintesi questo è stato lo scenario entro cui – nel palazzo del Comitato delle Regioni – hanno preso forma atelier che hanno trattato molti temi (articolazione delle funzioni, tecnologie e nuove reti, identità professionali, i rapporti con la stampa, marketing territoriale, sostenibilità, comportamenti sociali, dall’Europa alla dimensione locale) con una apertura (avvenuta nella sede del Parlamento europeo) e una tavola rotonda conclusiva che hanno anche lambito temi critici (i rapporti con la politica, il sottodimensionamento della valutazione, il rapporto con le strategie decisionali).

 

In apertura sono intervenuti la presidente del CdR Mercerdes Bresso, il vice-presidente del Parlamento UE Stavros Lambrinidis e il DG Comunicazione della Commissione Claus Sorensens. Nelle conclusioni si sono confrontati quattro esponenti delle università e della ricerca (Paul Statham, Stefano Rolando, Linda Jakobsone e Bridgette Wessels) con il DG Comunicazione del Consiglio Reijo Kempiinen e il presidente del governo delle Fiandre (la regione fiamminga del Belgio) Kris Peters, moderati dall’executive editor di Le Soir, Béatrice Delvaux. Negli atelier la parola a un centinaio di operatori con materiali di ricerca, casistica, analisi e discussioni aperte. Dunque non una passerella per i politici ma l’inventario della complessità della materia in cui agiscono molte componenti tecnico-professionali e nuovi specialismi; e anche della complessità delle reti che si vanno formando attorno a ciò che si considera “pubblico” (le istituzioni comunitarie, gli stati, il territorio, le reti di servizio pubblico e le reti sociali della sussidiarietà).

 

Laurent Thieule (DG Comunicazione del CDR) insieme ai capi della comunicazione delle due regioni del Belgio (vallona e fimminga), Jacques Moisse e Karl Musschoot, hanno lanciato alla fine dei lavori uno spazio di libero accesso degli operatori non filtrato da associazioni ormai poco rappresentative, tanto che la stessa FEACP (è intervenuto il suo presidente Pierre Zémor) che le rappresenta in Europa ha comunicato di sciogliersi all’interno di una forma più ampia e libera di partecipazione.

 

Rivista italiana di comunicazione pubblica porta il suo contributo alla formazione di questa rete invitando abbonati e lettori ad iscriversi, senza costi, entrando nel sito www.europcom.net soprattutto per incrementare la presenza italiana che nel quadro della conferenza era sottodimensionata rispetto a quella dei paesi dell’Europa centrale (tra i relatori, oltre a Stefano Rolando, che ha guidato l’atelier sulla dimensione professionale e ha partecipato alla tavola conclusiva, anche Giampietro Mazzoleni dell’Università di Milano e Roberto Franchini della Regione Emilia Romagna). Anche il Club of Venice (la cui prossima sessione è convocata a Venezia per il 18 e 19 novembre) ha dato un forte contributo alla Conferenza di Bruxelles con interventi di molti suoi membri (tra cui il presidente e i vice-presidenti Hans Brunmayr e Niels Thogersen, oltre al belga Olivier Alsteens, tra gli organizzatori, e alla polacca Agnieszka Kudlinska) nella consapevolezza che ogni rete che presidia concretamente momenti di specificità va salvaguardata pur nell’interesse di prevedere uno spazio vasto e libero di confronto e di crescita professionale destinato agli operatori di tutte le dimensioni territoriali e specialistiche (m.b.)

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