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Telecom Italia: la Borsa festeggia il controllo di Telecom Argentina. Bernabè, ‘Accordo importante per l’Italia’

Argentina


La Borsa ha accolto favorevolmente l’accordo, siglato ieri, che porta al 58%, dal precedente 50%, la quota detenuta da Telecom Italia nella holding Sofora, che controlla il gruppo telefonico Telecom Argentina: stamani, a Piazza Affari, il titolo ha aperto le negoziazioni a +0,8%, salendo nell’immediatezza a +1,42% a 1,069 euro.

L’accordo dal valore economico ‘simbolico’ – alla società italiana costerà solo 1 euro – è giunto dopo anni di dispute e una ventina di procedimenti giudiziari e porta il gruppo italiano al controllo della società argentina, finora detenuta a parità di capitale con la famiglia Werthein: una vittoria che riporta Telecom Italia in una dimensione “internazionale”.

 

“Abbiamo sostanzialmente vinto – ha commentato l’amministratore delegato Franco Bernabèe Telecom Italia sta tornando alla normalità: torna ad avere una dimensione internazionale e a essere una società  con prospettive normali, per tornare a crescere come tante altre, mentre per diversi anni gli obiettivi erano tagliare i costi e ridurre il debito”. Questo, ha aggiunto l’ad, “ci consente di guardare al futuro con meno ansia e pathos di come lo vedevamo in passato”. E pur mantenendo l’obiettivo di riduzione del debito, ora “la prospettiva è positiva, non continua la contrazione del gruppo”.

 

L’Argentina rappresenta un mercato molto importante per il gruppo italiano e sono stati molti gli appelli politici alle istituzioni, italiane ed europee, per il raggiungimento di una soluzione positiva della questione, determinata dalla presenza di Telefonica in Telco, la holding che controlla Telecom Italia: dal momento che il gruppo iberico controlla anche l’altro grande operatore telefonico del Paese, Telefonica Argentina, l’Antitrust argentino (CNDC) – per paura di un’eccessiva concentrazione sul mercato – aveva imposto a Telecom Italia di cedere la propria quota in Sofora.

 

Per ottenere il via libera all’operazione di incremento del capitale – che attribuisce alla società italiana le piene leve gestionali del gruppo Telecom Argentina anche attraverso la nomina del Presidente e del Chief Executive Officer – Telecom Italia ha quindi dovuto assumere una serie di impegni volti a  garantire la completa separazione tra Telefonica e Telecom Italia in relazione alle attività svolte in Argentina e assicurare l’assenza di qualsiasi influenza e partecipazione di Telefonica nei processi decisionali del gruppo Telecom Italia relativamente alle sue controllate argentine nonché alcune restrizioni nelle relazioni commerciali e operative tra i due gruppi quando riferite al mercato argentino.

Le misure più significative riguardano il divieto per Telefonica e i suoi rappresentanti di partecipare e votare negli organi sociali di Telco, di Telecom Italia e delle sue controllate, quando siano trattate materie relative allo svolgimento delle attività di telecomunicazioni nel mercato argentino. Inoltre, Telefonica non potrà designare amministratori o direttori nelle società controllate da Telecom Italia in Argentina.

 

“È stato fatto un buon lavoro sul piano gestionale e un ottimo lavoro su quello negoziale”, ha detto ancora Bernabè, sottolineando come il risultato finale sia “importante per l’Italia, che di grandi aziende internazionali ne ha veramente poche. Noi riprendiamo un cammino che è stato fermo per 10 anni, anni in cui Telecom ha dovuto solo vendere”.

Il Gruppo Telecom Argentina ha chiuso i primi sei mesi del 2010 con ricavi pari a circa 1,3 miliardi di euro, un EBITDA pari a circa 400 milioni di euro e un indebitamento Finanziario netto pari a circa 120 milioni di euro. La società è quotata sulle borse di Buenos Aires e di New York, con una capitalizzazione di circa 4,5 miliardi di dollari e al 30 giugno contava su circa 15.3 milioni di clienti mobili, in aumento di oltre il 13% rispetto all’anno precedente e 4,1 milioni circa di clienti di rete fissa. Gli accessi broadband alla data erano circa 1.3 milioni, in crescita del 15% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.

 

L’impatto del consolidamento sui conti Telecom Italia – ha sottolineato ancora l’amministratore delegato – “è molto importante e consente di portare i parametri del debito a livelli di quasi normalità, compatibili con la normale struttura finanziaria di una società di TLC incumbent su un mercato maturo, come tanti altri colleghi in Europa”.

Alla fine del 2010, ha aggiunto Bernabè, “con la riduzione del debito di Telecom e il consolidamento di Telecom Argentina, riporteremo Telecom Italia a una condizione di normalità dal punto di vista del debito”.

“Il debito di Telecom Argentina – ha sottolineato ancora l’ad – è stato ripagato con 5 anni di anticipo, ed è stato ripagato alle condizioni originarie, migliori di quelle di mercato. La società ha una posizione finanziaria netta positiva per 200 milioni di euro: è una società senza debito”. E nel 2010 i tassi di crescita si manterranno a doppia cifra, sia per i ricavi sia per i margini.
“Preso questo 8% – ha aggiunto Bernabè – non abbiamo previsioni di aumentare il nostro investimento diretto: oggi siamo soddisfatti così come siamo”.
Bernabè ha quindi spiegato che se nel 2009 Telecom Italia avesse consolidato la partecipata Argentina, il rapporto debito/Ebitda sarebbe stato di 2,7 rispetto al 2,9 dello scorso anno. ‘‘E dal 2010 – ha aggiunto – il miglioramento sarà ancora più importante”.
 

Al momento, ha concluso Bernabè, non ci sono piani di una eventuale integrazione con Tim Brasil o di un’espansione in Sud America. “Abbiamo appena ripreso in mano Telecom Argentina – ha affermato – a questo punto abbiamo molto lavoro da fare”.

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