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Intel chiude il terzo trimestre dell’anno con un utile del 59%, pari a 2,96 miliardi di dollari (52 centesimi ad azione) – contro gli 1,86 dello scorso anno – e questo grazie all’aumento degli acquisti di prodotti di nuova tecnologia da parte delle aziende.
L’ottimo risultato, ovviamente, ha avuto un buon impatto anche sul fatturato del più grande produttore di microchip al mondo, che è cresciuto del 18% a 11,1 miliardi di dollari.
Non solo, ricadute positive si sono avute anche sul titolo a Piazza Affari che, trainato dai conti oltre che dalle stime di fine anno di Intel e Asml, ha fatto registrare un aumento del 3,16% a 5,71 euro. Secondo Dario Bucci, country manager Intel Italia e Svizzera, “i fattori che stanno dietro alla performance record realizzata nel terzo trimestre dalla holding hanno contribuito a rilanciare un mercato delle aziende che ha ripreso a comprare, dopo anni di crisi e di tagli”
Bucci ha anche ricordato l’importante strategia adottata dal gruppo per correzione i propri target. In sintesi, ha detto il manager, “le imprese sono in netta crescita rispetto allo scorso anno, ottimi risultati dai Paesi emergenti e consumer un poco cauti. L’Italia non di discosta da questo quadro. Le attenzioni per il risparmio, con le distrazioni dei mondiali di calcio prima e della conversione analogico-digitale poi, ha sicuramente focalizzato gran parte del disponibile delle famiglie italiane”.
“Quindi non c’è da stupirsi per un mercato dei pc che ha tenuto gli stessi livelli dell’anno precedente, che era per altro stato buono dal lato dei numeri. Nel nostro Paese ha fatto da propellente soprattutto il mercato dei server e dei centri di calcolo “con la spinta arrivata principalmente dai progetti di virtualizzazione tesi al risparmio sul lungo periodo”.
“Altro tema che ha vivacizzato la domanda e che è destinato ad acquisire maggiore rilevanza nel prossimo futuro – ha ancora aggiunto Bucci – è quello della sicurezza”.
Poi le previsioni future. “Il quarto trimestre dell’anno sarà più o meno in linea con lo scorso anno – ha affermato – e comunque non ci aspettiamo una crescita vivacissima dal lato dei consumer”. Qualche perplessità c’è però sulle commesse del settore pubblico “con i vari governi, e quello italiano non fa eccezione, che sono entrati in un clima di austerità con una politica che incide sull’allungamento del parco informatico esistente”.