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Google punta all’India. Accordi con i produttori locali per smartphone Android low-cost

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Un esercito di Android low-cost si appresta a ‘invadere’ l’India. Google ha infatti arruolato uno stuolo di piccoli produttori locali per avviare la produzione di smartphone a basso costo e ritagliarsi una fetta abbondante di uno dei mercati wireless più promettenti in termini di crescita. Il Paese conta attualmente circa 670 milioni di utenti mobili, con un ritmo di crescita pari a diversi milioni di nuovi utenti al mese.

 

Il sistema operativo Google, che a breve dovrebbe superare anche Symbian,  motorizza attualmente circa 200 diversi modelli smartphone, ma la gran parte sono di fascia alta. Quelli prodotti da Motorola e HTC, ad esempio, costano circa 400 dollari, una cifra esorbitante per un Paese come l’India, in cui il 42% di una popolazione di 1,2 miliardi di persone, vive con un reddito medio di meno di 1,25 dollari al giorno.

 

Per conquistare il mercato, dunque, Google ha arruolato dunque piccoli produttori indiani – Micromax Informatics, Olive Telecom, Spice Mobility – per realizzare dispositivi da vendere a un prezzo di 100-150 dollari.

Comunque al di fuori della portata di molti indiani”, dicono gli analisti, ma il prezzo è comunque inferiore a quello degli smartphone Android realizzati, sempre per il mercato indiano, da vendor più famosi come Samsung (250 dollari). Anche Spice Mobility produce già un dispositivo intelligente di fascia bassa, venduto però a 220 dollari. Anche Motorola starebbe ‘esplorando’ la possibilità di produrre smartphone di fascia bassa, “per soddisfare le esigenze di diversi segmenti di utenza” e resistere all’avanzata dei produttori locali come Miramax, che ha un portfolio di una trentina di modelli, con molti low-cost dal prezzo inferiore a 30 dollari.

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