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La tv connessa. Fabrizio Caffarelli (TVBLOB): ‘La nuova tv? Il cavallo di Troia per abbattere il Digital Divide in Italia’

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La tv connessa è la partita del futuro, è il fenomeno inarrestabile destinato a ridisegnare il mercato dell’elettronica di consumo e, cosa più importante, quello della fornitura dei contenuti. Mentre è sfida aperta tra Apple Tv e Google Tv, in Italia c’è un altro attore in gioco. Si chiama TVBLOB, ed è l’azienda che ha creato BLOBbox, una piattaforma software per la realizzazione di televisioni e set-top-box connessi, fondata da Fabrizio Caffarelli, chief executive officer, non certo sprovveduto quando si tratta di anticipare tendenze del mercato. Del resto nel 1995, con il software di masterizzazione ‘Easy-CD Creator‘, Caffarelli nel giro di 12 mesi conquistò l’85% del mercato mondiale, eliminando i numerosi concorrenti europei e americani e dando Easy-CD in licenza a tutti i fabbricanti di masterizzatori.

Oggi ci riprova con BLOBbox, il primo ‘decoder digitale connesso’, ovvero una box TV con doppio sintonizzatore digitale terrestre FULL HD, Video recorder, media player, dotata di una tecnologia che supporta applicazioni interattive realizzate come siti web. Prodotta da un forte brand come TELE System, con la BLOBbox si può facilmente ricevere: la televisione digitale terrestre, i contenuti video da Internet, le webradio e si ha inoltre la possibilità di scaricare file multimediali e podcast.

Ma soprattutto BLOBbox è una piattaforma aperta, che garantisce a tutti la possibilità di portare il proprio business, sito web o canale interattivo sullo schermo del televisore.
Grazie a questa infrastruttura le aziende possono trasferire i loro modelli commerciali sulla TV: chi oggi scommette su BLOBbox sarà in grado di rinnovare il proprio rapporto con gli strumenti di distribuzione e marketing, sfruttando l’interattività caratteristica del web unita al bacino di utenza televisivo.
E-commerce, pubblicità, servizi di pubblica utilità, broadcasting: sono solo alcuni dei settori che potranno trarre vantaggio dalla presenza sulla piattaforma BLOBbox.
 
Ma Caffarelli fa una previsione in più e ancora più forte: non solo la tv connessa cambierà la fornitura dei contenuti, ma potrebbe anche diventare la soluzione per ridurre il Digital Divide che spezza in due l’Italia.
Perché, sostiene il manager di TVBLOB, la televisione è il mezzo più utilizzato in Italia e la sua pervasività – come si evince dal Rapporto Censis 2009 su Comunicazione e Media  – è cresciuta (oggi il 97,8% della popolazione si affida alla TV come media principale, contro il 95,8% del 2001).

Il tasso di penetrazione di Internet è invece del 47%, ma il web continua ad essere uno strumento utilizzato in massima parte da giovani (80,7%) e persone con titolo di studio più alto (67,2%).
In definitiva, secondo Caffarelli, la tv connessa potrebbe sbloccare la situazione attuale di take rate della banda larga, ferma, punto in più punto in meno, al 50% della popolazione. Infatti il rimanente 50% che non ha ancora una connessione veloce a casa sembra essere altamente refrattario a tutte le offerte fatte fino ad adesso per PC e IPTV. È ragionevole pensare che questo 50% sia un pesante utilizzatore della tv. La tv connessa è quindi il ‘cavallo di Troia’ per conquistare questa fetta di utenti. La tv connessa sarà certamente la ragione per indurre gli ultimi restii Italiani non ancora online a connettersi. Perché il Digital Divide in Italia non è strutturale, a parere di Caffarelli, bensì culturale. Dunque la televisione è il mezzo più idoneo per abbatterlo. Il CEO di TVBLOB ne parlerà anche al DigiWorld Summit di Montpellier dove è invitato come speaker.
 
Gli attori in gioco sono tanti. Ci sono i fabbricanti di televisori, oggi tutti hanno un’offerta di apparecchi con presa Internet. Ci sono le società di distribuzione dei contenuti, che vogliono essere presenti in quante più device possibili. Ci sono aggregatori di contenuti deliberabili via IP, come Roku e Hulu. In Italia ci sono Sky e Mediaset, che stanno per connettere i loro box ad Internet. Chi prevarrà?
Secondo Caffarelli vincerà chi riuscirà più degli altri a dare agli utenti ciò che vogliono stando al passo con la tecnologia, affermandosi sugli altri e creando uno standard. Per il CEO di TVBLOB, questa tecnologia non può che essere la BLOBbox, per diversi motivi.

Non è un Televisore, ma un decoder HD con video registratore che tutti prima o poi dovranno comperare per adeguare il loro televisore esistente.
Però non è uno zapper, ma ‘una nuova categoria di elettrodomestico che entrerà nel meccanismo di acquisto di tutti gli altri oggetti di elettronica di consumo che la gente tende a cambiare per avere sempre l’ultimo modello, quello con nuove funzionalità e più potente’.
 
“Inoltre – spiega ancora Caffarelli – la BLOBbox avrà successo perché ha un sistema aperto, grazie al software fornito da TVBLOB. Le altre tv connesse, invece, hanno uno stretto controllo dei contenuti (se si esclude il prodotto di Philips). Insomma gli altri produttori stanno lavorando per chiudere contratti di esclusività. Assurdo, poiché non è immaginabile che una famiglia si rechi da MediaWorld e mamma, padre e figlio comincino a litigare sulla marca tv da acquistare perché ognuno preferisce un programma diverso, disponibile sono su determinate marche di televisori”.
“Infine, la tvbox di TVBLOB è ‘meglio posizionata’ – afferma Caffarelli – anche in virtù delle applicazioni future che appariranno sulle televisioni connesse e che TVBLOB ha già nella sua piattaforma software (la condivisione sociale della tv; la possibilità di fornire servizi di qualunque tipo, anche quelli erogabili dalla PA; la possibilità di usare il televisore come un terminale per video comunicazione e per condividere momenti con amici e parenti lontani). La partita è difficile. TVBLOB è in corsa come tutti gli altri. Vedremo a chi il mercato darà ragione.

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