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Pubblicità: sempre più imprenditori preferiscono la reclame sul web. Settore in crescita del 20%

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Anche secondo l’ultima proiezione del mercato mondiale presentata dall’Anso – l’Associazione nazionale stampa online – durante il seminario ‘Mutazione digitale, dal web al mobile l’informazione cambia pelle’ tenutosi ad Ascoli Piceno, la pubblicità online sta prendendo sempre più piede e nei primi tre mesi dell’anno ha registrato un incremento del 20% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno.

 

Buone risposte a riprova che sempre più imprenditori preferiscono la reclame sulla rete considerandola immediata, moderna e quindi vincente per la crescita della propria attività commerciale.

 

“La pubblicità su internet è una realtà che deve seguire determinate logiche ancora poco chiare” ha affermato Livia Bettini, Strategic partner manager di Google AdSense, il programma gratuito che consente ai publisher online di guadagnare dalla visualizzazione di annunci in diverse tipologie di contenuti. “Google è presente per aiutare e sviluppare la pubblicità online. Non si può ancora parlare di tempistiche su quando verranno dati prodotti o soluzioni vincenti – ha aggiunto –  ma possiamo dire che Google ha a cuore questa situazione e ci sta pensando’. “Quello italiano – ha ricordato ancora la Bettini – è un mercato organizzato anche per la presenza delle aziende medio-piccole, per cui, la pubblicità online permette permette loro di raggiungere delle fasce di pubblico di dimensioni non indifferenti che altrimenti non avrebbe potuto raggiungere attraverso altri canali”.

 

“Questo è un settore estremamente rapido – ha affermato altresì il vice presidente dell’Associazione nazionale stampa online Betto Liberati e in tal senso ci vediamo anche noi impegnati ad organizzare seminari di formazione e progetti come quello del network pubblicitario nazionale pensato per dare a tutti gli interessati, la possibilità di accedere ad un coordinamento unico della pubblicità’.

 

Liberati si è poi anche soffermato sul mondo editoriale e sul lavoro e ruolo del giornalista in questa nuova era digitalizzata. “Penso che il lavoro del giornalista – ha detto – rimarrà tale per i prossimi secoli. Quello che cambia sono gli strumenti attraverso i quali i contenuti vengono veicolati”. “Come associazione – ha ancora aggiunto e concluso – ci occupiamo della tutela del settore in vari campi, dalle leggi all’aspetto tecnico, per far sì che vengano messe in essere tutte quelle cose che oggi mancano. Non esiste una legge dell’editoria che contempli anche minimamente il web”.
 

Dalla stessa idea è anche Gino Mattiuzzo, Strategic partner development di Google che riallacciandosi ai discorsi di Liberati e della collega Bettini, ha rimarcato la volontà di Google di aprire un tavolo di discussioni con gli editori di giornali per riuscire a capire come le tecnologie, le piattaforme che lo stesso motore di ricerca ha e produce, possano essere di aiuto per sviluppare dei modelli di business diversi.

 

Durante lo stesso seminario, Mattiuzzo ha smentito le voci secondo cui Google stia lanciando applicazioni tipo ‘news pass’. “Gli esperimenti che Google sta portando avanti – ha spiegato – consistono solo nelle applicazioni di Fast Flip e Living Stories ossia, in un diverso modo di sfogliare le notizie come se fossero un giornale, e un esperimento che si sta portando avanti con importanti testate giornalistiche americane in cui vengono raccolte e classificate le storie che si sviluppano in un determinato arco di tempo”.

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