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Governo: attesa per la nomina di Paolo Romani allo Sviluppo economico. Il premier dal presidente Napolitano


Sarà Paolo Romani, attuale sottosegretario allo Sviluppo economico con delega alle Comunicazioni, il successore di Claudio Scajola dimissionario cinque mesi fa dalla carica di ministro.

E’ questo il nome scelto da Silvio Berlusconi per occupare una poltrona vacante ormai da troppo tempo. Deputato dal 1994 ed eletto nelle liste di Forza Italia, Paolo Romani, 63 anni e grande esperienza alle spalle, è sempre lui l’uomo giusto al posto giusto per il presidente del Consiglio che in serata si dovrebbe recare al Quirinale per proporre al presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, di firmare il decreto di nomina al nuovo membro del governo da lui scelto per l’importante carica. Paolo Romani, appunto, che già nelle prossime ore potrebbe giurare come ministro.

 

Una scelta ormai quasi certa, ma non da tutti condivisa. Ad affermare il proprio dissenso è per primo il Codacons che in giornata ha diramato un proprio comunicato spiegando le ragioni del ‘No’. ‘Quella di Romani a ministro allo Sviluppo economico – si legge nella nota stampa – sarebbe una pessima scelta per la semplice ragione che rappresenterebbe la continuità rispetto alla politica finora perseguita da Claudio Scajola prima, e da Silvio Berlusconi. Paolo Romani, infatti, essendo già vice ministro allo Sviluppo Economico, non potrebbe certo rappresentare una discontinuità rispetto alla politica antiliberista finora seguita dal Governo”.

 

Motivazioni queste, che sempre oggi sono state fatte pervenire anche all’attenzione del capo dello Stato. “L’associazione dei consumatori – si legge ancora nella nota – si appella al presidente della Repubblica Giorgio Napolitano perché faccia come il suo predecessore Sandro Pertini, il primo ad interpretare l’espressione nomina di ministri su proposta del presidente del Consiglio, contenuta nell’art. 92 della Costituzione, in senso non formale. Facendosi quindi, dare una rosa di nomi per ogni ministero tra cui poter scegliere”. Un simile appello Codacons lo ha poi girato al ministro Renato Brunetta. “Per quanto l’associazione non abbia condiviso tutti i suoi provvedimenti – scrive – si è comunque dimostrato il più attivo, l’unico ad aver perlomeno tentato una riforma, l’unico che si spera possa avere il coraggio di intraprendere misure a favore del libero mercato…’.

 

Verranno accolti gli appelli ? Manca poco per saperlo. Unica cosa certa al momento, è che chiunque a breve occuperà quella poltrona, si troverà da subito a dovere decidere su questioni parecchio calde che vanno dai grandi temi di interesse nazionale quali vertenze aziendali, il piano per il Sud, risposte sul nucleare e di una rete nazionale in fibra ottica, a quelle un po’ più leggere quale potrebbero essere quelle legate al nuovo contratto di servizio della Rai e alle non poche polemiche sorte tra il dg Mauro Masi e i diversi conduttori televisivi.

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