Proprietà intellettuale: Microsoft fa causa a Motorola per violazione di 9 brevetti

di Alessandra Talarico |

Il gruppo di Redmond accusa il produttore di aver utilizzato tecnologie brevettate negli smartphone Android.

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In attesa del lancio, previsto per l’11 ottobre, di tre nuovi smartphone motorizzati Windows Phone 7 – prodotti da Samsung, LG e HTC e distribuiti negli Usa da AT&T Microsoft ha attaccato indirettamente Google sul fronte della proprietà intellettuale, accusando Motorola di violazione di brevetto per aver incluso nei dispositivi Android tecnologie di sua proprietà, relative ad alcune delle funzioni principali degli smartphone, quali la sincronizzazione delle email conservate sui server, il calendario e le informazioni dei contatti.

 

Anche se le cause – depositate presso l’International Trade Commission e al tribunale di Washington – riguardano Motorola, “…i brevetti implicati nell’azione legale sono inclusi nella piattaforma Android” e non nelle tecnologie aggiunte dal produttore, ha sottolineato Horacio Gutierrez, uno dei legali Microsoft.

“Siamo responsabili di fronte a clienti, partner e azionisti della difesa di investimenti per miliardi di dollari all’anno, dai quali dipende il lancio di prodotti e servizi innovativi”, ha aggiunto Gutierrez.

 

Le azioni di questo tipo, sottolineano infatti gli analisti, tendono a chiamare in causa i produttori hardware e non quelli software, poiché è sui primi che ricade la responsabilità di “compensare” i diritti di proprietà intellettuale inclusi nei loro prodotti.

Android, che – secondo Gartner – ha già superato il sistema operativo mobile di Apple e si appresta a scavalcare anche il Blackberry RIM (quest’anno) e Symbian (entro il 2014), gode del supporto di oltre 200 operatori mobili e di quello della maggior parte degli attori della catena, tra cui i 20 maggiori costruttori di dispositivi mobili. Attualmente sono circa 100 i modelli che utilizzano Android e coprono i diversi segmenti del mercato smartphone, dalla gamma più economica a quella più alta.

La decisione di Microsoft di portare Motorola in tribunale per la violazione di 9 brevetti, segue diverse altre cause intentate dagli attori del settore nei confronti di Android. All’inizio di quest’anno, Apple ha trascinato in tribunale il produttore taiwanese HTC accusandolo di utilizzare suoi brevetti per gli smartphone dei concorrenti – Google e Microsoft in particolare – mentre il mese scorso, Oracle ha attaccato Google sostenendo che Android includerebbe illecitamente elementi del software Java.

 

Motorola, da canto suo, ha fatto sapere che si difenderà “con vigore” dalle accuse mosse da Microsoft, mentre Google ha affermato di essere “deluso dal fatto che Microsoft preferisca competere su vecchi brevetti piuttosto che su nuovi prodotti. Simili azioni – si legge ancora nella nota diffusa dalla società – minacciano l’innovazione”.

 

Dal 2003, quando è stato lanciato il programma di licenze IP, Microsoft ha siglato più di 600 accordi e continua a sviluppare programmi che consentano ai clienti, ai partner e ai concorrenti di accedere al suo portfolio IP. “Il programma – sottolinea il gruppo in una nota – è stato sviluppato per garantire l’accesso agli importanti investimenti effettuati da Microsoft nella ricerca e sviluppo e al crescente portfolio di brevetti e IP”.

 

La tempistica della causa è inoltre indicativa: a pochi giorni dal lancio dei nuovi smartphone Windows Phone 7,  ha sottolineato l’analista IDC Al Hilwa, “…Microsoft vuole assicurarsi che tutti comprendano il valore della protezione della proprietà intellettuale, legato alle licenze dei prodotti, a differenza dei software non protetti, come Android, che lasciano i produttori di dispositivi in balia di sé stessi”.

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