Francia
Vivendi vorrebbe accelerare le trattative per l’acquisizione della quota del 44% detenuta da Vodafone nel secondo operatore mobile francese, SFR, resa economicamente sostenibile grazie alla vendita di alcuni asset, finalizzata all’inizio di questa settimana.
Il conglomerato media, proprietario di diverse società attive nel campo della musica e dei videogiochi, ha infatti venduto, per 2 miliardi di dollari, il 7,66% del gruppo NBC Universal alla General Electric, e si appresta a cedere un ulteriore 12,34% della società per un montante di 3,8 miliardi di dollari.
Il valore della quota di Vodafone in SFR è stato stimato tra i 6 e i 9 miliardi di euro: il gruppo di Vittorio Colao ne ha annunciato la vendita nell’ambito del processo di dismissione delle quote di minoranza acquisite nel corso degli ultimi 10 anni, che ha portato alla creazione di una divisione ad hoc, che fa capo allo stesso Ceo, e che si occuperà di “massimizzare” il valore delle partecipazioni, oltre che in SFR, anche in Verizon Wireless (Usa), Polkomtel (Polonoia) e Bharti Holding (India).
L’acquisto della quota SFR non ancora in suo possesso, lascerebbe a Vivendi il pieno controllo della sua maggiore divisione: l’operatore mobile, secondo in Francia solo a Orange (France Telecom) ha generato lo scorso anno più della metà dell’Ebitda di Vivendi, circa 4 miliardi di euro. Nel primo semestre dell’anno, i profitti sono cresciuti dell’1,8% a 6,25 miliardi di euro.
Vodafone, da canto suo, avrebbe a disposizione maggiori risorse per concentrarsi sull’espansione nei mercati emergenti e l’accelerazione di Vivendi darebbe anche al gruppo la possibilità di uscire dal mercato francese prima che l’ingresso del quarto operatore mobile – Free Mobile (Iliad) nel 2012 – scateni una nuova guerra delle tariffe su un mercato in cui, attualmente, i costi dei servizi telefonici sono abbastanza alti. Secondo i dati Ocse, un abbonamento annuale in Francia costa circa 440 euro, contro 206 euro in Gran Bretagna e 340 euro in Italia.
Secondo gli analisti, la volontà di entrambe le società di giungere a un accordo, permetterà di arrivare a un prezzo che entrambe potranno presentare agli azionisti come una vittoria.
Nell’ambito del piano di dismissioni, Vodafone ha già ceduto la quota del 3,2% detenuta in China Mobile per 6,5 miliardi di dollari.