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Sul lungo periodo, saranno le ricerche effettuate dai telefonini a generare la maggior parte dei profitti, ma la strada è ancora lunga. Ne è convinto il Ceo di Google, Eric Schmidt, che ha sottolineato come le ricerche effettuate attraverso gli smartphone motorizzati Android siano in piena fase di crescita, ma non abbiano ancora un forte impatto sugli utili del gruppo. I ricavi, insomma, sono ancora esigui, ma cresceranno, eccome.
“Alla fine, pensiamo che la maggior parte delle ricerche saranno effettuate dai telefonini e rappresenteranno la maggior parte del fatturato, ma la strada è ancora lunga”, ha affermato Schmidt.
Per Google, il principale tra i motori di ricerca web, la transizione verso il mobile è un’occasione immancabile per poter mantenere e consolidare le attività legate alla pubblicità, che rappresenta un business da 24 miliardi di dollari.
Android, molto apprezzato per la sua semplicità d’uso e per il vasto ecosistema di applicazioni, è già stato inserito negli smartphone Motorola e HTC e verrà presto adottato nei dispositivi prodotti da Dell, Kyocera, LG e Samsung, per chiudere l’anno – secondo IDC – con una quota di mercato pari al 16,3%, contro il 40,1% di Symbian e il 17,9% di BlackBerry. L’iOS di Apple controllerà a fine anno il 14,7% del mercato e Windows Mobile il 6,8%.
Secondo le cifre rilasciate da Google, ogni giorno vengono venduti oltre 200 mila smartphone Android. Ma sono anche altri i fronti caldi per il gruppo di Mountain View, tra questi, quello dei video online: YouTube, ha affermato Schmidt, riceve 2 miliardi di ‘visite monetizzate’ (che generano profitti, cioè, grazie alla pubblicazione di spazi pubblicitari contestuali) alla settimana, mentre il browser Chrome – che compete con Internet Explorer di Microsoft, vanta più di 70 milioni di utenti.
Sul versante della ricerca online, invece, Google comincia a temere la concorrenza del motore Microsoft Bing, che sta continuando a guadagnare quote di mercato su Yahoo!.
Secondo gli ultimi dati Nielsen, Bing ha raggiunto negli Usa il 13,6% di share nel mercato dei motori di ricerca, segnando una crescita del 51% rispetto all’anno precedente, mentre Google, con una quota complessiva del 64,2 % ha perso l’1%. Perdite non certo preoccupanti, ma che hanno convinto Schmidt a identificare in Bing, più che nei vari Facebook o Apple, il vero rivale da contrastare.