Tv e minori: ‘No a bimbi in Tv per grottesche imitazioni degli adulti’. Antonio Marziale chiede stop per ‘Io canto’ e ‘Ti lascio una canzone’

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Ti lascio una canzone

“Violazione del Codice di autoregolamentazione Tv e Minori, riguardante la partecipazione dei minori alle trasmissioni televisive”. Con questa motivazione il presidente dell’ Osservatorio sui Diritti dei Minori Antonio Marziale, consulente della Commissione Parlamentare per l’Infanzia, ha chiesto al direttore generale della Rai Mauro Masi e al presidente di Mediaset Fedele Confalonieri, l’interruzione immediata delle trasmissioni ‘Ti lascio una canzone’ condotta su Rai 1 da Antonella Clerici e ‘Io canto’ presentata su Canale 5 da Gerry Scotti.

 

Secondo Marziale, infatti, i due programmi televisivi che vedono alla ribalta bambini e ragazzi con la passione del canto, non rispetterebbero i dettami del regolamento vigente in materia di minori. Regolamento che testualmente recita di ‘non utilizzare i minori in grottesche imitazioni degli adulti’.

‘Se è vero che l’audience premia le due produzioni – ha affermato Marziale –  è altresì vero che la maggior parte di segnalazioni giunte all’Osservatorio le riguardano e l’emittenza, sia pubblica che privata, non possono seguitare a far finta di niente’.

 

‘Nei giorni scorsi abbiamo accolto con favore le enunciazioni del dg Mauro Masi, che ha assicurato il massimo impegno nell’applicazione del Codice, garantendo la sospensione di quei programmi che trasgrediscono alle norme. Ebbene – ha continuato il presidente dell’osservatorio sui diritti dei minori – è tempo di conferire credibilità al pronunciamento, così come auspichiamo avvenga in casa Mediaset dove Confalonieri, nel tempo, ha dimostrato più volte indubbia sensibilità”.

 

Alle parole di Marziale si aggiungono quelle del direttore generale dell’Osservatorio Alessandro Pedrini, che si dice ‘‘rammaricato per l’insostenibile leggerezza dell’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni che dovrebbe vigilare sulle trasgressioni e intervenire opportunamente. Le leggi ci sono e parlano chiaro, a latitare è l’applicazione”. (a.b.)

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