Mondo
Nel giro di pochi anni, il panorama delle nuove tecnologie è completamente mutato, e con esso le nostre abitudini. Smartphone e reti sociali hanno trasformato il nostro modo di interagire e lavorare, rendendo possibile la comunicazione con amici e colleghi da qualsiasi posto e in qualsiasi momento.
E così è bastato che ieri Facebook andasse in tilt per qualche ora per gettare nello sconforto la gran parte del mezzo miliardo di utenti del sito i quali, tuttavia, confermando la propensione per il multitasking dei moderni ‘dipendenti da social network’, si sono riversati su Twitter per commentare quanto stava accadendo, anche con molta ironia: in molti hanno addebitato la causa del black-out a un’esplosione di rifiuti di letame a Farmville, altri hanno pronosticato una immediata fine della recessione Usa, visto che l’empasse ha ‘costretto’ milioni di persone a lavorare, con notevoli benefici alla produttività.
Il problema è stato risolto nel giro di qualche ora, ma la società non ha fornito spiegazioni sull’accaduto. L’eco della notizia, che nel frattempo si era diffusa per i 4 angoli del Pianeta, rende tuttavia idea della popolarità del sito. Tradotto in soldoni, questo successo ha consentito al fondatore Mark Zuckerberg di piazzarsi al 35esimo posto della classifica Forbes dei 400 uomini più ricchi d’America, con una fortuna personale stimata in 6,9 miliardi di dollari, cresciuta del 245% rispetto all’anno scorso. Niente di eccezionale, dunque, che il 26enne decida di devolvere 100 milioni di dollari per istituire una fondazione finalizzata a migliorare il sistema scolastico della città di Newark, vicino a New York: facendo qualche calcolo, ne esce fuori che Zuckerberg guadagna 13,4 milioni al giorno (o 559.360 dollari l’ora o 9.322 dollari al minuto), non ci metterà molto a rifarsi e intanto ha segnato un punto a suo favore a poche ore dall’uscita di un film da cui, invece, la sua immagine non esce proprio vincente. In ‘The social network’ di David Fincher, infatti, su Zuckerberg viene gettata l’ombra di plagio (avrebbe rubato l’idea di Facebook a un altro studente) e di uso di cocaina.
Fatto sta che Zuckerberg ha superato anche Steve Jobs nella classifica dei Paperoni d’America: il fondatore di Apple si piazza infatti al 42esimo posto, con una fortuna personale di 6,8 miliardi di dollari. Ben maggiore, invece, il valore della Apple che si piazza al secondo posto mondiale per capitalizzazione di Borsa.
Il gruppo di Steve Jobs, trainato dal successo di iPhone e iPad, ha raggiunto un valore di Borsa pari a 266 miliardi di dollari, battendo il gigante petrolchimico cinese PetroChina (265 miliardi). Al primo posto, la società petrolifera americana ExxonMobil con una capitalizzazione di 310 miliardi di dollari.
Un successo, quello dei prodotti Apple che non sembra voler accennare a diminuire, tanto che ieri, la società di analisi Piper Jaffrey ha rivisto al rialzo – da 14,5 milioni a 21 milioni di unità entro il 2011 – le stime di vendita dell’iPad, recentemente sbarcato in versione Wi-Fi anche in Cina,