Tv. Paolo Garimberti (Rai): ‘Informazione è affidabile se autonoma e indipendente da politica. No a tentativi dei governi di avere Tv di Stato’

di Antonietta Bruno |

Italia


Paolo Garimberti

Pluralismo dell’informazione e buona qualità dei servizi sono le parole chiave per ‘salvare’ il settore ed evitare il rischio che il ‘giornalismo fai da te’ possa compromettere la veridicità delle notizie.

 

Anche di questo ha parlato il presidente della Rai Paolo Garimberti al convegno sull’informazione tenutosi a Torino nel corso della sessantaduesima edizione del Prix Italia, e dove ha anche evidenziato una certa difficoltà nel modo in cui la Rai gestisce l’informazione.

 

“C’è un’attenzione spasmodica sulla Rai – ha detto – ogni starnuto al settimo piano di viale Mazzini va subito sui giornali e finisce con il trasformarsi in una polmonite nei resoconti”.

Allarmismi spiccioli ma che creano non pochi disagi all’informazione che, per Garimberti, deve essere “il più possibile democratica, quindi plurale” poichè “più fonti ci sono in un paese, più democrazia c’è”. Ma la condizione resta unica “il pluralismo non deve corrispondere ad arbitrarietà”.

 

Nello stesso contesto, il presidente Rai ha anche molto insistito sul ruolo dei governi e sui loro tentativi di volere trasformare la televisione pubblica in una televisione di Stato. “La tv di Stato – ha detto – è quella che ho conosciuto io quando ero a Mosca all’epoca dell’Unione Sovietica, dove le notizie fornite dalla tv erano solo quelle positive che il governo voleva passassero”.

L’informazione libera invece è tutt’altra cosa e quando si parla di “affidabilità dell’informazione” per Garimberti si deve intendere “autonomia ed indipendenza, essenzialmente dalla politica”. “Il concetto del ‘watchdog’, del cane da guardia dell’autonomia dei mass media – ha aggiunto – è un concetto che nel giornalismo si sta affievolendo sempre più nella sua voglia di fare inchieste e affrontare grandi temi scoprendo le malefatte dei governi”.

 

In tutto questo, “neppure l’Italia si salva perchè non penso che il nostro Paese sia un’eccezione rispetto al resto del mondo, non penso che in Italia tutto vada bene, così come non va bene che in Francia sia Sarkozy a decidere chi mettere alla testa della televisione di Stato, e che questa figura riassuma in sé il ruolo di presidente e di direttore generale. Altrettanto – ha ancora aggiunto il presidente Rai – non va bene il tentativo dei governi di avere una tv di Stato. Il giornalismo deve darsi delle regole perchè quando si parla di affidabilità e responsabilità si deve parlare di ‘credibilità’ di un giornale, di una fonte di informazione. Informazione, che deve essere il più possibile democratica, quindi plurale. Più fonti ci sono in un paese, più democrazia c’è”.

 

Poi la domanda. E quella di Garimberti è se “l’informazione che facciamo oggi, il classico tg, è ancora adeguata al tipo di domanda degli spettatori. Io penso che alle 20, quando inizia la sfilata dei tg, la gente è già satura di notizie. L’informazione oggi ha bisogno di connotati diversi altrimenti la gente va via. Fare oggi un tg come quando lo facevo io nel ’93 non ha più senso. Rispetto alle televisioni, la radio ha fatto bene. Radio Rai è in crescita perché ha capito che bisogna rispondere in modo diverso alla sfida informativa quotidiana e questo dovrebbe insegnarci qualcosa”.
 

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