Europa
L’istituzione di un marchio di fiducia europeo, volto a garantire l’affidabilità e la qualità dei prodotti immessi sul mercato elettronico transfrontaliero, è stata una tra le proposte approvate dagli eurodeputati, con l’obiettivo di rafforzare la fiducia e la protezione dei consumatori e, di conseguenza, di sbloccare il potenziale di crescita del commercio elettronico in l’Europa. Il marchio, per raggiungere lo scopo desiderato, dicono però gli stessi rappresentanti politici “deve avere norme chiare, trasparenti e controllate dalla stessa Commissione”.
“Il commercio elettronico è uno strumento con grandi potenzialità per migliorare la competitività dell’economia dell’Unione europea e del mercato interno europeo, e può fornire un grande valore e opportunità per i cittadini e le imprese europee in questo momento di tensione finanziaria”, ha affermato prima del voto in plenaria il relatore dell’assemblea Pablo Arias Echeverria (PPE, ES).
La risoluzione, che si inserisce in un più ampio dibattito sui diritti dei consumatori che proseguirà con la prossima pubblicazione da parte della Commissione di una nuova direttiva e, entro il 2012, di un codice europeo per i diritti in rete, nasce dalla consapevolezza che internet è il canale più veloce di crescita della vendita al dettaglio, ma solo un consumatore su tre prenderebbe in considerazione l’acquisto online di prodotti provenienti da un altro paese.
Da qui, la decisione del Parlamento europeo di adottare tutta una serie di proposte atte ad incoraggiare il commercio elettronico transfrontaliero e in particolare, appunto, l’istituzione di un marchio di fiducia europeo.
Essenziale, secondo il testo approvato, è rendere più trasparente la catena di approvvigionamento del commercio elettronico, affinché il consumatore possa riconoscere l’identità del fornitore, l’indirizzo geografico, i dati di contatto e il codice fiscale, e sappia se si tratti o meno di un intermediario o di un fornitore finale. Dato questo, di particolare rilievo nelle aste online. In tal senso, i deputati propongono di creare un sistema europeo di allerta rapida, che includa una banca dati, per contrastare le attività fraudolente nell’ambiente digitale.
Il Parlamento ha anche chiesto alla Commissione e agli Stati membri di porre fine alla discriminazione nei confronti dei consumatori in base all’indirizzo elettronico e alla residenza. (a.b.)