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Raccomandazione Ue su NGA. Positivo il giudizio dell’industria, ma quali vantaggi per i consumatori?


E’ positivo il giudizio dell’Ad di Telecom Italia, Franco Bernabè, in merito alla Raccomandazione Ue sull’accesso regolato alle reti di accesso di prossima generazione NGA. Il documento della Commissione, a giudizio di Bernabè, fissaobiettivi ambiziosi e condivisibili, oltre che definire alcune regole per il settore che incentiveranno gli investimenti nelle reti sia fisse sia mobili”.

L’azione della Ue in favore dello sviluppo della banda larga è, quindi “da accogliere con grande favore”, anche per il merito che ha nel riconoscere l’importanza delle infrastrutture a banda larga per le economie e gli Stati membri della Ue e nel voler rafforzare le regole a sostegno di una concorrenza sostenibile ed economicamente efficace.

“In questo contesto – ha affermato ancora Bernabè – è pienamente condivisibile la richiesta della Commissione agli Stati membri di definire dei piani nazionali concreti per lo sviluppo delle tecnologie con target ben definiti, nonché di diminuire i costi amministrativi legati allo sviluppo delle reti”.

Nel sottolineare, quindi, che il piano che Telecom Italia ha già presentato alla Commissione è “assolutamente in linea con gli obiettivi dell’Agenda Digitale”, Bernabè ha aggiunto che è altrettanto fondamentale il ruolo in capo alle autorità nazionali, che dovranno verificare “…i contesti geografici di sviluppo del mercato calibrando di conseguenza le regole di accesso in modo da armonizzare i principi della raccomandazione al contesto locale”.

 

Di particolare rilievo, dunque, sia “il riconoscimento da parte della Raccomandazione, di alleggerire gli obblighi di orientamento al costo nei contesti, come quello italiano, in cui è assicurata la cosiddetta equivalence of access”, sia l’adozione del ‘Radio Spectrum Policy Programme‘, che garantisce un uso più efficiente e flessibile dello spettro radio e assegna, entro il 2013, le frequenze derivanti dal dividendo digitale (800 MHz) agli operatori di telefonia mobile per lo sviluppo di nuovi servizi wireless broadband. Il RSPP rappresenta, secondo Bernabè, “un elemento cruciale per lo sviluppo della banda larga mobile”.

Positivo, quindi, anche il giudizio di Etno: l’associazione che rappresenta gli ex monopolisti delle tlc europee e di cui Telecom Italia fa parte, ha accolto con favore la Raccomandazione sullo spettro radio, uno strumento “ambizioso e tempestivo volto a massimizzare il potenziale dello spettro per colmare il digital divide” e accelerare la copertura a banda larga di tutte le aree, comprese le regioni periferiche e rurali.

L’apertura del dividendo digitale consentirà anche di gestire l’aumento del traffico dati sulle reti mobili, conseguenza di una domanda in rapida crescita di servizi internet in mobilità.

 

Condivisibili anche gli obiettivi della raccomandazione NGA, che mira a stimolare gli investimenti incoraggiando nel contempo una concorrenza sostenibile.

Etno ritiene, tuttavia, che l’approccio normativo per le nuove reti sarà impegnativo per gli investitori e ha ribadito che “l’applicazione sistematica di obblighi di accesso regolato orientati ai costi non è appropriata all’ambiente NGA e ai mercati altamente competitivi. La flessibilità dei prezzi è essenziale per rispondere alle diverse esigenze dei consumatori”.

La raccomandazione NGA, dunque, dovrebbe essere rivista tenendo in considerazione le dinamiche di un mercato in rapida evoluzione.

Alle Autorità nazionali, quindi, Etno chiede di utilizzare in maniera più mirata gli strumenti messi a disposizione nella raccomandazione NGA, come la segmentazione geografica e rimedi simmetrici e di creare incentivi reali per i richiedenti l’accesso e per gli investitori che vogliono impegnarsi in accordi di lungo termine come strumento privilegiato per ridurre i rischi.

“Lo sviluppo di reti a banda larga e ultra veloci è un prerequisito essenziale perché cittadini e aziende possano beneficiare dell’economia digitale e, quindi, per il successo dell’Agenda Digitale e i membri Etno, in qualità di innovatori e investitori vogliono fare la loro parte”, ha affermato il presidente Etno Michael Bartholomew.

 

In chiaro-scuro anche il giudizio di Ecta (European Competitive Telecoms Association): l’associazione che rappresenta gli operatori alternativi ha accolto con favore il pacchetto di misure volto a stimolare la diffusione della banda larga, che conferma “l’importanza della concorrenza nei servizi a banda larga high speed regolamentando l’accesso alle reti in fibra ottica”. Ecta supporta anche le proposte della Commissione sullo spettro radio, che aumenterà la scelta dei consumatori.

“Questa raccomandazione tanto attesa dovrebbe preludere la fine della vacanza normativa che ha frenato l’innovazione e la scelta nel corso degli ultimi cinque anni e dovrebbe spingere gli operatori dominanti ad aprire le loro reti in fibra alla concorrenza”.

Tuttavia, ha spiegato il presidente Hubertus von Roenne, “vi è purtroppo una lunga strada da percorrere prima che i consumatori siano in grado di vedere i risultati”.

“Stabilire il corretto prezzo all’ingrosso sia per le vecchie linee in rame che per la fibra – ha aggiunto – sarà  fondamentale nel determinare se i consumatori potranno o meno cogliere i vantaggi di questa nuova raccomandazione”.

 

Oggi le offerte broadband variano molto a seconda degli Stati membri: in Francia si può pagare meno di 30 euro al mese per una connessione da 100 Mbps, chiamate nazionale illimitate e Tv, in altri Stati per una connessione base a banda larga ci vogliono oltre 40 euro.

Al momento, ha sottolineato quindi von Roenne, “…i consumatori europei hanno poca scelta e ci vorrà ancora molto prima di raggiungere un vero mercato unico digitale”.

Per questo Ecta chiede ai regolatori nazionali e alla Commissione di far seguire a questa raccomandazione nuove regole su come debbano essere fissati i prezzi all’ingrosso “per assicurare a consumatori ed aziende di ricevere servizi accessibili in un mercato competitivo”.

 

Riguardo le politiche sullo spettro radio, quindi, Ecta chiede di evitare il ripetersi di aste simili a quelle effettuate in Germania, dove ad accaparrarsi le risorse frequenziali migliori sono stati gli operatori più grandi, a scapito della scelta dei consumatori.

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