Germania
La Street View di Google ancora sotto i riflettori. Stavolta, a chiedere maggiore controlli oltre che un rafforzamento del diritto alla protezione dei dati personali, è il ministro della Giustizia tedesco, Sabine Leutheusser-Schnarrenberger.
In occasione del congresso tenutosi a Berlino tra esponenti politici e fornitori di servizi in rete, Leutheusser-Schnarrenberger ha evidenziato che il problema dei dati captati in tutto il mondo dagli operatori del noto motore di ricerca durante i loro servizi geografici – oltre 600 gigabyte in poco meno di tre anni – rappresentano solo la punta di iceberg. “Una piccola parte di un problema molto più grande”, poiché il vero problema è quello di riuscire a “definire con esattezza quali informazioni personali possono essere utilizzate e quali no”.
Da qui l’accorato appello che la guardasigilli Leutheusser-Schnarrenberger, rivolge al governo assieme a Reinhard Clemens, membro del board di Deutsche Telekom e Ceo di T-Systems, nella speranza che si pensi a regole più rigide e, nello stesso tempo, anche più chiare e trasparenti.
Sull’argomento a Berlino, è intervenuto anche il ministro per la Tutela dei consumatori Ilse Aigner. Nel definire “insufficiente” l’attuale codice di regolamentazione in materia di privacy e ‘raccolta’ dati dalla rete, si è a lungo soffermata sugli effetti del geotagging, e quindi sulle problematiche che possono scaturire dall’individuazione delle persone attraverso la loro attività sul web o attraverso applicazioni scaricate sui telefoni mobili.
Riguardo la questione Google, peraltro aperta in diversi paesi in tutto mondo, la Aigner ha ribadito che i cittadini tedeschi hanno tempo fino al prossimo 15 ottobre per comunicare agli operatori di Google, l’eventuale “opt-out” ossia, la rimozione dell’immagine della propria abitazione.
Ma basterà questo per chiudere la partita sulla privacy? Sicuramente no considerato che non tutti i cittadini sono al corrente della possibilità di muoversi in tal senso. Dall’altra parte, c’è invece l’esclusione dell’abolizione totale del servizio di Street View da parte da parte del ministro dell’Interno Thomas de Maiziere che, a quanto pare, ritiene superfluo bloccare il progetto di Google “a meno che non si divulghino i dati personali raccolti”.