Dai white spaces ai nuovi media: Microsoft testa il ‘Wi-Fi su steroidi’ e presenta i nuovi strumenti per l’industria televisiva

di Alessandra Talarico |

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White Spaces

In attesa che la FCC definisca le regole per l’utilizzo dei cosiddetti ‘spazi bianchi’ – che in Europa vengono indicati come ‘dividendo digitale’ – Microsoft si sta preparando all’introduzione di nuovi hot spot wireless in grado di sfruttare le frequenze Tv inutilizzate e di aprire la strada quello che ormai viene definito il Wi-Fi su steroidi. Dan Reed, (corporate vice president for technology strategy and policy) ha affermato che i dispositivi – smartphone e laptop – “potrebbero essere disponibili nel giro di due-tre anni”.

Ad aprile, Microsoft ha mostrato ad alcuni funzionari della FCC una rete sperimentale realizzata nel quartier generale del gruppo a Redmond. Reed ha spiegato che la rete – utilizzando soltanto due stazioni base – era in grado di coprire l’intero campus e che la FCC era “entusiasta” di quello che ha visto. Un’altra questione cui le società americane guardano con interesse riguarda la gestione dei database che dovrebbero prevenire le interferenze monitorando i canali disponibili. Google si era già offerta volontaria a gennaio, ma secondo Reed ci saranno probabilmente molti provider per diversi database, e che non ci sarebbero problemi se Google fosse uno di quelli. “Finché l’accesso alle informazioni è aperto e libero non ci sono problemi”, ha detto Reed.

“Stiamo discutendo sulla standardizzazione di specifiche hardware per gli spazi bianchi”, ha dichiarato ancora Reed, sottintendendo che il gruppo molto probabilmente non pensa a realizzare propri dispositivi, quanto a piazzare i propri software su quelli realizzati dai suoi partner.

La FCC dovrebbe rilasciare le regole per l’uso dei white spaces il 23 settembre, dopo un lungo e difficoltoso percorso che ha visto scontrarsi potenti lobby: l’industria delle tlc contro quella dell’hi-tech, che include gruppi come Microsoft, Google e Intel, i quali, avendo fiutato l’enorme business si sono uniti in un’alleanza – battezzata, appunto, White Space Alliance – che include anche Philips, Dell e altri e che ha convinto, nel 2008, il governo Usa ad aprire gli spazi bianchi a tutti i player, non solo alle tlc o ai broadcaster.

Lo scorso anno, Microsoft ha condotto uno studio che valuta in 100 miliardi di dollari in 15 anni il valore degli ‘spazi bianchi’, una stima in qualche modo anche conservativa poiché legata all’incremento della diffusione di dispositivi radio non licenziati – in grado cioè di esplorare la banda, individuare gli “spazi vuoti” di una determinata area e autoconfigurarsi per la trasmissione e la ricezione in quegli spazi – per i quali è prevista una vera e propria ‘impennata’ nei prossimi 5 anni.

I servizi online rappresentano comunque solo una parte degli interessi Microsoft, che in questi giorni è impegnata anche a presentare le innovazioni nel campo dei media nell’ambito della International Broadcasting Conference (9–14 settembre, ad Amsterdam).

Diverse aziende, tra cui anche la Rai, hanno già adottato le nuove soluzioni Microsoft, in grado di creare nuove efficienze attraverso l’uso del cloud computing e di abilitare nuove importanti funzioni nell’ambito della gestione dei contenuti digitali, della collaborazione editoriale, del mobile journalism e nella gestione delle relazioni con i business partner.

“A Microsoft cerchiamo di trasformare il possibile in realtà, fornendo una nuova generazione di esperienze di produttività, intrattenimento e comunicazione sttraverso tutti gli schermi delle nostre vite”, ha affermato Gabriele Di Piazza, responsabile della divisione Media & Entertainment di Microsoft.

Tra le aziende che già hanno scelto le soluzioni media di Microsoft – quali Microsoft SQL Server – vi sono l’Associated Press, la Gannett (editore di oltre 80 quotidiani, tra cui Usa Today), ma anche Endemol, la Tv pubblica spagnola RTVE, Telecinco, e Rai Net. Quest’ultima ha utilizzato Silverlight Rough Cut Editor e IIS Smooth Streaming per offrire servizi di streaming in diretta e on demand nel corso degli ultimi mondiali di calcio.

“Microsoft era il partner ideale per aiutarci a gestire la forte domanda di contenuti in streaming generata durante i mondiali, con un picco si oltre 1 milione di utenti unici”, ha dichiarato Piero Gaffuri, responsabile del dipartimento new media della Rai, sottolineando che grazie agli strumenti messi a diposizione da Microsoft gli utenti hanno potuto guardare contenuti on demand, inclusi highlights creati nel corso delle partite, immediatamente dopo la fine di ogni evento live.

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