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Vodafone: al via dal 1° ottobre nuova struttura organizzativa. Più vicina la cessione di Verizon e SFR?

Europa


Sarà effettiva dal 1° ottobre la nuova struttura di Vodafone, annunciata oggi e volta ad accelerare il cammino intrapreso verso il raggiungimento di più ambiziosi obiettivi finanziari commerciali e verso la semplificazione dell’assetto organizzativo del gruppo.

 

Come più volte anticipato dall’Amministratore delegato Vittorio Colao, la società – cui fa capo il maggiore operatore mobile mondiale in termini di profitto – intende concentrarsi su alcuni mercati fondamentali, alleggerendosi delle partecipazioni non ritenute strategiche, e snellire l’assetto organizzativo del Gruppo.

Per raggiungere tali obiettivi, passa da tre a due il numero di divisioni regionali, cos’ da riflettere la diversa natura delle attività/aree geografiche e lo sviluppo del settore in economie molto differenti una all’altra: la macroarea Europa, che sarà guidata da Michel Combes, comprenderà anche le attività di Repubblica Ceca, Ungheria, Romania e Turchia, mentre nella divisione ‘Africa, Middle East e Asia Pacific’ rientreranno anche Australia, Nuova Zelanda e Fiji. Ceo della divisione sarà Nick Read.

 

Le partecipazioni in Verizon Wireless (Usa), SFR (Francia), Polkomtel (Polonoia) e  Bharti Holding (India) verranno invece gestite da un’unità separata che farà capo allo stesso Colao e che dovrà “massimizzare il valore di questi investimenti”. Elemento, questo, che confermerebbe la volontà del gruppo di dismettere anche queste partecipazioni, così com’è già avvenuto per quella in China Mobile, ceduta nei giorni scorsi per 5,1 miliardi di euro.

Occhi puntati, in particolare, su Verizon Wireless, di cui il gruppo britannico controlla il 45% e che genera circa un terzo dei profitti Vodafone: già lo scorso anno, un report della Royal Bank of Scotland (RBS), intitolato “Fare niente non è un’opzione”, suggeriva a Vodafone proprio di fondersi col partner statunitense o di vendere la propria quota. Verizon Wireless, infatti, non versa alcun dividendo agli azionisti dal 2005: nonostante il significativo flusso di cassa, Verizon Communications ha bloccato il loro pagamento, preferendo prima appianare i debiti della compagnia e Colao già a novembre dello scorso anno aveva affermato che una soluzione dei problemi di Verizon Wireless era una delle premesse per trovare nuovo sostegno per il titolo Vodafone. Da allora, la pressione degli azionisti e molto cresciuta, fino alle recenti contestazioni al Presidente John Bond e al suo vice John Buchanan, che hanno alimentato nuove speculazioni su un loro possibile defenestramento.

 

Insistenti anche le voci sulla prossima cessione della quota in Bharti Airtel, detenuta indirettamente attraverso società telecom non quotate e che si attesta al 4,39% del capitale per un valore di circa 52 miliardi di rupie (858 milioni di euro).  La quota, secondo gli analisti, è uno degli asset più ovvi da mettere in vendita, ma la natura della partecipazione potrebbe rendere difficoltosa la cessione. Vodafone aveva acquistato una quota del 10% in Bharti nel 2005 per circa 1,5 miliardi di dollari, ma fu costretta a dimezzarla nel momento dell’acquisizione di un altro gruppo indiano, Hutchison Essar.

Sempre in base al riassetto organizzativo appena annunciato, le attività commerciali – Group Marketing, Vodafone Business Services, Vodafone Global Enterprise, Partner Markets e altre unità – confluiranno in una nuova divisione, chiamata Group Commercial. Sarà guidata da Morten Lundal che assumerà la carica di Chief Commercial Officer (CCO) e farà riferimento al Ceo. Tutte le attività tecnologiche, infine, saranno inglobate dalla  divisione Group Technology, guidata da Steve Pusey.

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