Italia
In attesa dell’incontro con gli operatori previsto domani per discutere la bozza definitiva delle linee guida sulle NGN, il presidente Agcom Corrado Calabrò ha incontrato il commissario Ue per l’Agenda Digitale, Neelie Kroes.Un incontro, informa una nota dell’Autorità, che è servito a “…svolgere un reciproco e approfondito scambio di informazioni sulle dinamiche dei mercati delle comunicazioni elettroniche e dell’audiovisivo e sugli sviluppi regolamentari di maggiore attualità in Italia e in Europa”, oltre che a confermare “la comune volontà di una costante e proficua collaborazione tra l’Autorità italiana e il Commissaria europeo”.
Domani, intanto, riflettori puntati sull’incontro con gli operatori telefonici, a caccia di un accordo per accelerare la realizzazione delle nuova rete a banda larga in fibra ottica.
Sulla necessità di accelerare sulla NGN sono d’accordo istituzioni, regolatori, ex monopolista e operatori alternativi, ma le posizioni dei singoli sono ancora divergenti, con Telecom Italia disposta a convergere con gli altri operatori su un progetto unitario ma non nelle aree più popolose e redditizie, come Roma e Milano, alle quali gli operatori alternativi vorrebbero estendere la condivisione delle infrastrutture.
Per evitare uno spezzatino di reti che poco potrebbe fare per il sistema Paese, lasciando le aree a scarso rendimento prive di fibra ottica, il governo ha convocato una serie di tavoli di confronto, che però non hanno ancora portato a un accordo e Calabrò ha più volte invitato l’industria a una iniziativa “complessiva”, un progetto per una ‘fiber nation‘ come quello portato avanti in Francia, con una cabina di regia ben salda, che eviti costose duplicazioni delle infrastrutture civili e faccia fare all’Italia il salto di qualità di cui ha bisogno.
La bozza della proposta le contenente “linee guida per la disciplina della transizione verso le reti NGN”, secondo il giudizio di Asati – Associazione Azionisti Telecom Italia – che l’ha sottoposta al vaglio di alcuni soci che operano nel settore – “sembra condivisibile nell’impostazione generale, in relazione sia al compromesso tra incentivi e regole di mercato, sia all’efficace utilizzo della rete e delle infrastrutture esistenti (fattore questo di estremo rilievo per il valore di Telecom Italia e per i suoi azionisti)”.
Ma vi sono anche molti aspetti che suscitano perplessità e necessitano di approfondimenti e revisioni, soprattutto per rispondere a tre fondamentali requisiti: innanzitutto “la completa reciprocità degli obblighi tra Operatori per gli investimenti e per gli oneri di gestione della nuova rete, non essendo più ammissibile nell’attuale fase di sviluppo delle TLC alcuna asimmetria di regolazione a danno di Telecom Italia o a vantaggio di alcuni Operatori alternativi”. In secondo luogo, “la necessità che i vincoli di regolazione non comportino maggiori costi di investimento o maggiori costi di gestione, modificando il profilo di payback specie per gli investitori che come Telecom Italia hanno già deciso ed avviato gli investimenti nel settore” e, quindi “la valorizzazione delle infrastrutture della rete esistente quando impiegate nella nuova rete”.
Asati, confermando il suo apprezzamento per l’operato dell’Agcom, volto a “…una equilibrata regolamentazione della transizione verso la banda larga ed ultralarga, in linea con lo scenario internazionale e le indicazioni della Commissione europea e più di recente del Governo”, auspica “un rapido progresso della regolamentazione in questo importante settore, quale essenziale elemento propulsore per un rapido inizio delle attività di migrazione verso la nuova rete ottica nelle principali tredici città italiane nelle quali Telecom Italia ha intenzione di avviare già a partire da quest’anno il processo di trasformazione della rete di accesso”.
Telecom Italia prevede fra il 2010 e il 2012 un investimento di oltre 9 miliardi di euro in Italia dei quali 7 nelle infrastrutture di rete e 2,7 miliardi nel settore dell’accesso. Investimenti, in linea con gli obiettivi Ue, che serviranno a migliorare la qualità della rete, modernizzando l’accesso a larga banda e assicurando un graduale sviluppo della fibra ottica, con la previsione di raggiungere il 50% della popolazione italiana entro il 2018.