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Nonostante gli annosi contrasti col governo locale, Telecom Italia punta a lavorare in Argentina come già avviene in Brasile, ossia “con una separazione delle attività” da quelle di Telefonica, l’operatore spagnolo che è anche il principale azionista di Telco, la holding che controlla il gruppo italiano.
Lo ha sottolineato il presidente di Telecom Italia Gabriele Galateri a margine del workshop Ambrosetti a Cernobbio, tornando sull’intricata vicenda che vede coinvolta la controllata Telecom Argentina, a causa della presenza di Telefonica nella sua compagine azionaria.
La querelle si trascina da tre anni, da quando, appunto, Telefonica è entrata in Telco: dal momento che il gruppo iberico controlla anche l’altro grande operatore telefonico del Paese, Telefonica Argentina, l’Antitrust argentino (CNDC) – per paura di un’eccessiva concentrazione sul mercato – ha imposto a Telecom Italia di cedere la propria quota nella holding Sofora, che controlla Telecom Argentina, nei tempi e nei modi stabiliti dalle autorità locali, arrivando a minacciare la nazionalizzazione della compagnia se il gruppo italiano non li avesse rispettati.
Dopo un lungo tira e molla, la Camera di appello penale economica ha accolto i ricorsi presentati sia dagli azionisti Telco dando in un certo senso ragione a chi sosteneva che i veti e le minacce altro non sarebbero stati che un espediente per abbassare il prezzo di vendita e rendere possibile l’acquisizione delle azioni da parte di elementi vicini al governo (il consorzio ‘Aeropuertos Argentina 2000’, guidato da Eduardo Eurnekian ed Ernesto Gutierrez) che non sono disposti a pagare secondo il loro reale valore di mercato.
In Brasile, invece, la vicenda è stata risolta dall’Anatel, (l’Autorità brasiliana per le tlc), che ha approvato le misure di separazione fra le attività di Telefonica e Telecom, confermando che i due gruppi hanno soddisfatto le condizioni fissate a ottobre 2007 per mantenere indipendenti la gestione di Vivo (ormai totalmente controllata da Telefonica) e quella di TIM Participacoes.
Galateri auspica quindi una soluzione simile anche per l’Argentina: in Brasile, ha affermato, “…sono state stabilite delle muraglie cinesi molto chiare ed è la stessa proposta che facciamo per l’Argentina”, dove la situazione è sostanzialmente uguale e quindi, dovrebbero poter valere le stesse regole.
Ovviamente, ha chiarito, bisognerà seguire le procedure argentine “e quindi faremo le richieste necessarie. Abbiamo chiesto delle autorizzazioni, aspettiamo delle risposte e mi auguro che tutto si concluda positivamente”.
Galateri ha ribadito che il gruppo italiano è “molto soddisfatto” dei rapporti con Telefonica che “sono buoni e funzionano”.
“Siamo due aziende diverse, ognuno sta seguendo la sua strategia, ci sono dei punti in cui siamo concorrenti e altri in cui lavoriamo in maniera convergente”, ha concluso.