Dividendo digitale: vicino negli Usa l’Ok all’utilizzo degli ‘spazi bianchi’ per i servizi wireless

di Alessandra Talarico |

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Negli Usa, società high-tech e di telecomunicazioni potranno presto avere accesso alle frequenze televisive inutilizzate – i cosiddetti ‘spazi bianchi‘ – per introdurre nuovi servizi e dispositivi wireless.

La Federal Communications Commission sta mettendo a punto nuove regole che dovrebbero essere approvate a breve, dopo una serie di incontri nelle ultime settimane con i broadcaster e altri operatori per discutere gli ultimi dettagli e rimuovere gli ultimi ostacoli per liberare lo spettro vacante tra i canali televisivi.

 

Uno studio commissionato da Microsoft valuta in 100 miliardi di dollari in 15 anni il valore degli ‘spazi bianchi’, una stima in qualche modo anche conservativa poiché legata all’incremento della diffusione di dispositivi radio non licenziati – in grado cioè di esplorare la banda, individuare gli “spazi vuoti” di una determinata area e autoconfigurarsi per la trasmissione e la ricezione in quegli spazi – per i quali è prevista una vera e propria ‘impennata’ nei prossimi 5 anni.

Già da tempo le società americane hanno fiutato il business e si sono unite in un’alleanza – battezzata, appunto, White Space Alliance (include Google, Intel, Microsoft, Philips, Dell e altri) – che ha convinto il governo Usa ad aprire gli ‘spazi bianchi’ a tutti i player: una vittoria cruciale, che – secondo le aziende che l’hanno propugnata – servirà a stimolare la competizione con gli attuali gestori di servizi, oltre che ad allargare l’uso delle frequenze a nuovi player dotati di modelli di business nuovi.

 

Le frequenze inutilizzate dalla Tv, ha sottolineato Rick Whitt, telecom e media counsel di Google, “…rappresentano un’opportunità unica per diffondere le reti a banda larga di nuova generazione nel Paese e siamo in attesa del via libera della FCC per iniziare e innovare e a offrire nuovi servizi su queste frequenze”.

Fornire accesso a internet attraverso lo spettro televisivo potrebbe inoltre essere una soluzione valida per garantire i servizi nelle aree rurali, dove altre tecnologie richiederebbero investimenti troppo onerosi, mentre nelle aree urbane, un simile sistema potrebbe in qualche modo essere combinato con i servizi via doppino o via cavo per trasmettere il segnale nelle case e negli uffici.

L’Ok della commissione all’utilizzo degli spazi bianchi per i servizi wireless è arrivato già due anni fa, ma ha dovuto scontrarsi con diversi ostacoli tecnici e, soprattutto, con l’opposizione degli operatori televisivi, che temono che la loro apertura possa provocare interferenze.

“Stiamo lavorando con la Commissione per creare un database che protegga milioni di utenti televisivi e ci consenta di continuare a fornire copertura durante le emergenze o gli eventi sportivi”, ha affermato David Donovan, presidente della Association for Maximum Service Television, che rappresenta le Tv locali.

 

Anche la Ue sembra andare verso un accesso aperto e senza licenza allo spettro e ha introdotto nuove misure volte a garantire una maggiore flessibilità e un approccio armonizzato a livello europeo nell’utilizzo dello spettro radio, oltre che a rispondere all’evoluzione dei bisogni del mercato delle comunicazioni wireless, sfruttando a pieno i vantaggi dello switch off.

 

Secondo le valutazioni di Bruxelles, infatti, se le risorse radio fossero utilizzate con la massima efficienza in tutta la Ue e se servizi e dispositivi fossero disponibili e facilmente accessibili in tutta Europa piuttosto che solo in alcuni Stati il potenziale impatto economico del dividendo digitale aumenterebbe di ulteriori 20-50 miliardi di euro tra adesso e il 2015 e a lungo termine potrebbe dare luogo ad un incremento aggiuntivo di 30 miliardi di euro.

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