Infrastrutture tlc: Nokia e Siemens in trattative per l’ingresso di nuovi partner nella joint venture NSN

di Alessandra Talarico |

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Nokia Siemens

Nokia e Siemens avrebbero avviato trattative con alcune società di private equity interessate ad acquistare una quota della joint venture Nokia Siemens Networks, ma nessuno dei due partner avrebbe intenzione di uscire dalla società. Ne dà notizia il Financial Times, secondo cui le due società fondatrici della joint venture avrebbero confermato il loro impegno a risollevare la compagnia prima di considerare le opzioni a loro disposizione per abbandonare la nave, nel 2013.

 

I commenti rilasciati al quotidiano britannico sono i primi dopo le insistenti indiscrezioni dei mesi scorsi, che volevano i due partner pronti a sciogliere la joint venture.

“Siamo sempre disposti a parlare con quelli che vogliono portare idee e capitali all’industria”, ha dichiarato Timo Ihamuotila, chief financial officer di Nokia, sottolineando che “Nokia e Siemens continueranno a essere i principali azionisti di NSN in qualsiasi scenario”.

 

La partnership, nata nel 2007 e con all’attivo 60 mila dipendenti, ha fatto fatica a competere con Ericsson, attuale leader del mercato delle infrastrutture per tlc, e ha subito l’escalation di Huawei che ha contribuito – su un mercato già in declino – a dimezzare il prezzo delle stazioni radio base. Secondo fonti ben informate citate nelle scorse settimane dalla stampa, Siemens avrebbe voluto liberarsi delle proprie quote già all’inizio del 2009 e l’avrebbe fatto se avesse trovato un partner credibile per l’acquisizione. Secondo Siemens, la soluzione sarebbe la quotazione in Borsa, ma l’IPO non sarebbe che una delle opzioni sul tavolo, poiché non potrebbe realizzarsi che nel 2012, a causa dei tempi necessari per integrare gli asset appena acquistati da Motorola e della necessità di chiudere un buon trimestre prima di poter convincere gli investitori ad acquistare le azioni.

 

Sempre secondo il FT, il gruppo di investitori – tra i quali potrebbero esserci Blackstone, TPG, Silver Lake Partners e Bain Capital – sarebbe disposto a mettere sul piatto 1 miliardo di dollari, aprendo così la strada anche a un’eventuale IPO.

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