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La battaglia per la supremazia nel mercato delle applicazioni mobili non è che al debutto. L’interesse intorno ai programmini da scaricare sul cellulare per giocare, tenersi informati o solo in forma, aumenta di giorno in giorno e i maggiori operatori sul mercato stanno serrando i ranghi.
Secondo la società di ricerche Chetan Sharma il mercato delle mobile App, il cui pioniere è stato l’App Store di Apple, vale ormai circa 4,1 miliardi di dollari l’anno.
Ieri, l’annuncio della prossima fusione di due consorzi indipendenti – Jil e Wac – per contrastare la crescente concorrenza nel settore di Google e Apple e dare agli sviluppatori la possibilità di raggiungere da un’unica piattaforma aperta e con un unico software gli oltre tre miliardi di clienti membri dei due gruppi.
Il consorzio Wac – tra i cui fondatori figurano AT&T, China Mobile, Telefonica, Vodafone Bharti Airtel, MTN Group, NTT DoCoMo, Orange e Orascom – conta di presentare il primo Store di applicazioni entro febbraio 2011, in occasione del prossimo Mobile World Congress.
Jil raggruppa invece China Mobile, Softbank, Vodafone e Verizon Wireless e conta anche sull’appoggio dei maggiori produttori asiatici di telefonini, LG, Samsung e Sony Ericsson.
Lo Store che nascerà dalla fusione dei due consorzi, oltre che la concorrenza del celebre App Store Apple – che vanta 200 mila applicazioni e oltre 5 miliardi di download – dovrà vedersela con molti altri concorrenti di tutto rispetto: gli Store disponibili sui cellulari motorizzati Google Android hanno superato quota 1 miliardo di applicazioni scaricate
Google è certo il rivale più temibile di Apple: attualmente, secondo le cifre fornite dal gruppo di Mountain View, ogni secondo nel mondo vengono v ednuti due smartphone Android.
Nokia ha tardato a reagire, ma secondo Forrester Research, le voci dell’imminente chiusura dell’Ovi Store sono “ampiamente esagerate”.
La società finlandese rivendica 1,7 milioni di download al giorno, in particolare nei paesi emergenti quali Cina e India, ma l’Ovi Store riceve buoni consensi anche in Italia e nel Regno Unito.
Attualmente, il 15% degli utenti smartphone europei scarica un’applicazione al mese. Percentuale che sale al 64% tra i possessori di iPhone. Ma secondo Forrester, il 21% degli europei giudica ormai la presenza delle applicazioni un a caratteristica importante per la scelta del cellulare.
Meno entusiasmanti, invece, i numeri per gli sviluppatori: in due anni, Apple – che tiene per sé solo il 30% dei profitti legati all’App Store – ha versato nelle tasche dei creatori indipendenti di software circa 1 miliardo di dollari ma, alla luce del numero limitato di applicazioni a pagamento e della concentrazione significativa nel settore dei giochi e della geolocalizzazione è probabile – spiegano ancora gli analisti – “…che per un numero importante di sviluppatori l’attuale modello di condivisione delle entrate non sia affatto remunerativo”.