Dividendo digitale: la Gran Bretagna accelera. Via libera all’asta per accelerare la diffusione della banda larga e di nuovi servizi wireless

di Alessandra Talarico |

Europa


Dividendo digitale

Il Governo britannico ha dato il via libera all’attesa asta per lo spettro mobile, come parte della strategia volta a incrementare la diffusione e la velocità di internet nel Paese, ma anche far entrare nelle casse dello Stato miliardi di sterline quanto mai necessari in questi tempi di crisi.

 

Il ministro delle Comunicazioni, Ed Vaizey, ha sollecitato l’Autorità per le tlc (Ofcom) a predisporre l’asta combinata dello spettro a 800 e 2600 MHz al più presto possibile, “per consentire agli operatori di offrire servizi a banda larga mobile su larga scala”.

 

Presumibilmente, sulla base di una nota diffusa dalla stessa Ofcom, l’asta si terrà alla fine del 2011: l’Authority per le tlc d’oltremanica ha sottolineato che ci vorrà almeno un anno per organizzare la vendita, dopo che il governo avrà fornito le sue linee guida.

 

Sempre nel 2011 anche la Francia conta di procedere con l’asta delle frequenze, mentre la Germania l’ha già effettuata, incassando 4,38 miliardi di euro.

 

Il passaggio alla Tv digitale libererà i quattro quinti delle frequenze che servivano a portare nelle nostre case le trasmissioni televisive: questo “tesoretto”, se adeguatamente sfruttato, potrebbe apportare benefici per l’economia europea quantificabili tra i 20 e i 50 miliardi di euro.

La Commissione europea ha più volte sottolineato la necessità di riservare le frequenze lasciate dal passaggio alla Tv digitale ai nuovi servizi a banda larga wireless, e ha adottato delle proposte che indicano in che modo sia possibile destinare una parte dello spettro, la sottobanda 790-862 MHz (ovvero le onde che coprono lunghe distanze e possono attraversare gli edifici), per favorire l’introduzione di nuovi servizi.

 

In Italia, l’atteso via libera all’asta per mettere a disposizione degli operatori mobili le frequenze del ‘dividendo digitale’ è arrivato solo poche settimane fa.

Il sottosegretario allo sviluppo economico Paolo Romani, dopo una certa incertezza dell’esecutivo sulla questione, ha confermato che l’asta va realizzata al più presto con un percorso che vada di pari passo alla semplificazione necessaria con l’avvento della tv digitale e in modo da essere “…il più vantaggiosa possibile per lo Stato”.

 

Secondo quanto prefigurato da Romani, una parte delle risorse che lo Stato incasserebbe dall’asta di queste frequenze andrebbe a rimborsare gli imprenditori televisivi che le potrebbero liberare anche consorziandosi e rinunciando a frequenze che a quel punto sarebbero superflue.

Un’altra parte di queste risorse potrebbe invece essere destinata a incentivare la diffusione della banda larga.

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