Giappone
Misure più pesanti per contrastare il fenomeno della pedopornografia online. La proposta arriva dal governo giapponese che ha deciso di intervenire con metodi molto più incisivi di quelli attualmente messi in atto, per porre rimedio alla preoccupante problematica che vede, purtroppo, sempre più protagonisti ragazzi giovanissimi in rappresentazioni sessuali .
La stretta anti-pedopornografia che prevede, tra l’altro, il blocco preventivo di fotografie e immagini illecite da parte dei fornitori di connettività internet, è stata decisa a Tokyo alla presenza del premier nipponico Naoto Kan, durante la riunione ministeriale indetta per discutere sulla lotta al crimine dilagante.
‘Il crimine della pedopornografia non deve essere tollerato – ha dichiarato Kan durante la seduta ministeriale – e abbiamo il dovere di salvare i bambini vittime di soprusi’.
Un atto doveroso che deve impegnare in una lotta comune tutti i governi del mondo, ma in modo particolare, proprio quello giapponese dove nel solo 2009 si è registrato un forte incremento dei reati legati alla pornografia infantile, con ben 935 casi complessivi e un’impennata rispetto al 2008, del 38,3%.
Dati allarmanti che hanno spinto i governatori dello Stato a sedersi attorno ad un tavolo e mettere nero su bianco le nuove proposte prese in esame. Tra cui, il blocco preventivo ma anche la compilazione di una lista nera dei siti web incriminati e il potenziamento di consultori gratuiti per le vittime di pedopornografia. Tra le iniziative che partiranno a breve, anche il consolidamento nelle scuole, dell’educazione etica.
L’esecutivo giapponese punta altresì, a definire i dettagli delle nuove contromisure da applicare nei prossimi mesi, e comunque non oltre il prossimo mese di marzo, e che mirano a rendere effettiva il contrasto e a favorire la campagna di sensibilizzazione e informazione sulla delicata tematica che vede, purtroppo, sempre più vittime innocenti cadere nella rete di sfruttatori e adulti senza scrupoli.
Attualmente, le leggi vigenti in Giappone proibiscono la produzione e la vendita di foto, video e altro materiale pornografico infantile, ma il possesso di tale materiale, non è ancora visto come un reato perseguibile dalle legge. Motivo questo, che ha fatto sì che molti Stati, gli Usa in primis, criticassero fortemente l’azione governativa del Paese.
Ritornando alle misure di contrasto decise negli ultimi tempi per debellare il fenomeno, si ricorda la proposta a Berlino, del ministro tedesco per la Tutela dei consumatori Ilse Aigner che appena una settimana fa ha condannato con forza il mondo di internet che disconosce regole e rispetto della privacy e non salvaguarda il mondo dell’infanzia e dei consumatori, e quella lanciata da Londra dai vertici di Facebook che assieme all’associazione britannica ‘Child Exploitation and Online protection centre’ ha provveduto ad attivare il ‘panic button’. Una nuova, semplice e utile applicazione attraverso i quali bambini, ragazzi e anche adulti, possono denunciare i reati contro l’infanzia.
C’è poi anche l’appello lanciato in occasione della giornata internazionale dei bambini scomparsi, dalle vicepresidenti della Commissione Viviane Reding, responsabile per il portafoglio Giustizia, diritti fondamentali e cittadinanza, e da Neelie Kroes, responsabile per l’Agenda digitale, e l’annuncio della creazione da parte della Commissione Ue, di una linea telefonica diretta che permette di segnalare la scomparsa e il maltrattamento di minori in tutta Europa.
Il servizio però, è attualmente attivo in soli 11 dei 27 Stati membri (Belgio, Danimarca, Grecia, Francia, Ungheria, Italia, Paesi Bassi, Polonia, Portogallo, Romania e Slovacchia). Una pecca che dovrà necessariamente essere risolta, e per la quale pare si stia lavorando per farlo al più presto. Intanto, sempre dalla Ue, da marzo di quest’anno sono state adottate due nuove proposte che riguardano, nello specifico, i comportamenti da adottare per combattere efficacemente gli abusi sui minori, il loro sfruttamento sessuale e la pedopornografia, e l’avvio di efficaci mozioni per garantire maggiore assistenza alle vittime e sanzioni più severe contro i responsabili dello sfruttamento sessuale e della tratta dei minori.