Italia
Telecom Italia e le organizzazioni sindacali hanno trovato un accordo per bloccare i licenziamenti annunciati dalla società lo scorso aprile sulla base del piano industriale 2010-2012. Lo stop, giunto al termine di un lingo incontro alla presenza del ministro del Lavoro Maurizio Sacconi, del viceministro per lo Sviluppo economico con delega alle telecomunicazioni, Paolo Romani e delle rappresentanze sindacali di Cgil, Cisl, Uil e Ugl , non è, tuttavia, definitivo: la procedura di mobilità è stata bloccata fino al 30 luglio, nella speranza di giungere a un accordo definitvo, sul quale l’ad Franco Bernabè si è detto ottimista.
Dopo un breve confronto tra Governo, azienda e sindacati, il tavolo è stato sospeso per proseguire con un confronto tra l’esecutivo e i rappresentanti sindacali. L’incontro è quindi proseguito separatamente solo tra azienda ed esecutivo per poi riprendere nuovamente tra governo, azienda e sindacati.
Al termine dell’incontro, il ministro Sacconi ha affermato: Abbiamo raggiunto un’intesa di metodo. Telecom ha acconsentito a ritirare la procedura di mobilità. Ora abbiamo da affrontare 15 giorni di intenso negoziato.”
“L’obiettivo è ora un piano industriale condiviso e con un’adeguata protezione dei consumatori eventualmente riconosciuti in esubero”, ha aggiunto, sottolineando l’importanza di poter proseguire il confronto senza “il vizio di un atto unilaterale” da parte dell’azienda.
Si apprende intanto che i dipendenti Telecom di Piemonte, Liguria e Toscana torneranno a scioperare per 4 ore lunedì prossimo, 19 luglio, mentre sulla vicenda licenziamenti è intervenuto anche l’assessore alle Infrastrutture tecnologiche immateriali della Regione Umbria, Stefano Vinti, che ha sottolineato ancora il rischio di disperdere ulteriori professionalità esperienze e know how in una fase di transizione così delicata come quella che caratterizza l’attuale scenario delle telecomunicazioni.
“Alla luce delle sfide che attendono l’Italia e l’Umbria nel prossimo futuro sul piano dell’ammodernamento delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione – ha spiegato Vinti – non si comprendono le scelte Telecom di ridimensionamento dei livelli occupazionali nel settore”.
“Dalla fine del monopolio pubblico sono andati persi quasi 36mila posti di lavoro e con essi professionalità, esperienze, know-how di un’azienda pubblica che ha rappresentato negli anni un modello da seguire e imitare e che ha contribuito in maniera determinante alla modernizzazione di un Paese uscito malconcio dalla guerra e dalla crisi economica post-bellica”, ha concluso.