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Telecom Italia. Sacconi: ‘Opereremo per necessaria e doverosa intesa per il futuro non solo dell’azienda ma dell’intero settore’

Italia


In attesa della riunione tra Telecom Italia, le organizzazioni sindacali e i rappresentanti del governo, il ministro del Lavoro, Maurizio Sacconi e il sottosegretario allo Sviluppo economico Paolo Romani, rispondendo ad una interrogazione parlamentare ha ribadito l’intenzione del  governo “…di riporre su basi costruttive un dialogo tra le parti che si è interrotto e che ha ad oggetto non solo l’occupazione in quella società ma il futuro del settore nel nostro Paese e in particolare in quella che è l’azienda licenziataria più importante ed ex monopolista, Telecom Italia”.

 

Telecom, ha ricordato il ministro, era un monopolista e, quindi, “…è ovvio che nel corso di questi anni siano stati affrontati vari processi di riorganizzazione che hanno comportato una ridislocazione dei lavoratori nel momento in cui il mercato delle telecomunicazioni è stato caratterizzato da più soggetti”.

Ma ora, nel momento in cui l’azienda ha proposto, il 19 aprile scorso, 6.822 esuberi, dei quali 2300 deriverebbero da piani industriali precedenti e 4.522 da un piano 2010-2012, “i sindacati – ha affermato Sacconi – hanno voluto discutere del piano industriale che tuttavia hanno ritenuto insoddisfacente, tanto che hanno dato luogo a scioperi”.

 

“La nostra intenzione – ha quindi ribadito Sacconi – è quella di chiedere all’azienda di dare la propria disponibilità ad un ulteriore approfondimento del piano industriale e circa investimenti relativi alla manutenzione della rete tradizionale e allo sviluppo alla rete di nuova generazione per la quale è in atto un tavolo negoziale anche con gli altri gestori”.

Il governo – ha aggiunto – è impegnato a sollecitare quanto più gli investimenti privati dedicati alle reti di nuova generazione e quindi anche allo sviluppo dei relativi servizi ma questo tema, quello dello sviluppo del mercato delle telecomunicazioni e dell’azienda Telecom va ritenuto un tema sul quale far convergere l’interesse generale rappresentato dal governo e quello delle parti negoziali”.

 

“Opereremo perché le cose riprendano il loro giusto verso confidando che si possa addivenire ad una necessaria, doverosa intesa“, ha concluso il ministro.

 

L’interrogazione era stata sollecitata dai rappresentanti del PdL Simone Baldelli, Giuliano Cazzola e Silvano Moffa, che hanno chiesto al ministro quali iniziative intenda assumere il Governo perché Telecom adotti tutti gli strumenti affinché si possa ricreare un clima di dialogo sociale all’interno dell’azienda, tale da rendere possibile la predisposizione di un piano industriale di investimenti e di sviluppo che consenta di salvaguardare i livelli occupazionali.

 

L’incontro tra governo, parti sindacali e azienda per approfondire il piano industriale del gruppo – affermano i tre firmatari – si svolgerà  in un “…contesto che si preannuncia serio, alla luce delle proposte avanzate dal Gruppo”, che “…ha preso la decisione unilaterale di avviare le procedure per 3.700 esuberi, come prima azione di un piano triennale di mobilità che riguarda 6.800 unità, inviando in maniera irrituale le lettere alle persone interessate da queste azioni senza prima avere esperito un dialogo sociale”.

Una simile azione, si legge nell’interrogazione, “può danneggiare quel clima di consenso sociale e di dialogo necessari per trovare le soluzioni più adeguate, soprattutto in questa fase economica contraddistinta da una ripresa ancora non pienamente solida e, quindi, fortemente sensibile ad eventi di contrapposizione sociale in ambito aziendale”.

 

Il clima dell’incontro di questo pomeriggio si preannuncia dunque molto caldo, e, nell’attesa, stamani è giunta da parte di Raffaele Bonanni, segretario generale della Cisl la richiesta della sospensione dei provvedimenti “perché vogliamo capire le intenzioni dell’azienda sugli investimenti. Telecom Italia – ha aggiunto – sta sopportando ristrutturazioni continue che la stanno impoverendo per pagare i dividendi agli azionisti”.

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