Tv: la Pay sorpassa la pubblicità. Intanto su Rai il governo studia misura anti-evasione

di Antonietta Bruno |

Italia


Pay Tv

La Pay tv sorpassa la pubblicità. Questo il dato che emerge dal rapporto annuale di ItMedia Consulting presentato nella sede romana della Fnsi e che ha illustrato lo stato dell’arte della comunicazione televisiva e dell’informazione elettronica in 17 paesi europei.

 

“Il 2009 è stato un anno segnato dalla crisi finanziaria e dai primi incerti segnali di ripresa – ha detto il costituzionalista Enzo CheliLa novità principale del Rapporto è la presenza crescente della tv ibrida che nasce dalla convergenza tra tv e internet, e che è la frontiera più avanzata della comunicazione televisiva”. “Bisognerà però capire – ha aggiunto Cheli – come la politica affronterà questo passaggio epocale poiché il nostro Paese è in ritardo sull’uso della banda larga e internet. Un divario che sta crescendo e che va recuperato, e che soprattutto, che dovrebbe impegnare il mondo istituzionale”.

 

Guardare meglio e più in fretta al futuro, insomma, e cercare di tenere il passo con gli altri paesi della Ue. Secondo il rapporto, infatti, allo stato attuale la Tv ibrida non solo guida la transizione dal broadcast al broadband, ma nel 2009 in Europa, i ricavi da pay tv hanno superato quelli da pubblicità diventando la prima risorsa nel mercato televisivo europeo. Un mercato che per la prima volta negli ultimi anni ha riportato un declino con un calo del 3,1% e un valore, in termini di soldoni, di appena 86,9 miliardi di euro.

 

E mentre la Pay Tv si fa strada recuperando terreno prezioso, sul versante Tv si cerca di combattere l’evasione fiscale legata al pagamento del canone Rai. L’idea, sarebbe quella di aumentare la quota annuale dell’abbonamento ordinario e che rappresenta anche la principale fonte di finanziamento del servizio pubblico nella maggior parte dei paesi europei (anche se in Italia risulta essere il più basso dell’Europa occidentale) di ulteriori 20 euro.

 

“In questo modo – ha spiegato  il consigliere di amministrazione Rai Angelo Maria Petroni nel corso di convegno promosso dalla Fondazione ‘Luigi Einaudi’ e da ItMedia Consulting e dedicato a ‘La svolta digitale’ – avremmo più finanziamenti per il servizio pubblico e si potrebbe anche ridurre l’evasione“.

 

Un ‘canone plus‘ in parole povere, che rispecchia anche l’idea di Paolo Romani. Il viceministro allo Sviluppo Economico, ha infatti annunciato che è allo studio del Governo una nuova norma contro l’evasione del canone Rai, basata sul possesso di un’utenza elettrica.

“Spero che entro la fine dell’anno – ha spiegato Romani – questa norma sia pronta e applicabile. Il provvedimento pensato – ha aggiunto – si basa sul presupposto che chi è proprietario di un’utenza elettrica possiede anche un televisore. Se non ce l’ha, deve fare un’autocertificazione per comunicare di non possesso di un apparecchio Tv. Così facendo si inverte l’onere della prova”.

 

La logica del ragionamento anti-evasione, si basa ancora sul principio “pagare tutti per pagare meno” e le entrate serviranno anche a finanziare i tredici canali tematici del servizio pubblico sul digitale terrestre. Non sarà invece possibile agganciare il nuovo canone alla bolletta elettrica per la presenza di circa 250 gestori. Ma anche in questo caso la soluzione è stata individuata e Romani ha annunciato la richiesta ai gestori, della lista dei propri utenti. In caso di mancato pagamento, il ‘frodatore fiscale’ sarà sollecitato al suo dovere  dall’Agenzia delle Entrate che provvederà a caricare la rata insoluta delle multe previste.

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