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Mentre in Brasile continua la lotta per il controllo dell’operatore mobile Vivo, in Argentina il governo rientra nella vicenda che vede coinvolta Telecom Argentina, società controllata dalla holding Sofora, detenuta paritariamente da Telecom Italia e dalla famiglia Werthein.
Con un inaspettato dietrofront, il Governo Kirchner sembra intenzionato a chiedere al gruppo italiano di restare in Argentina in cambio della cessione dell’opzione a salire al 50% a un gruppo di imprenditori (tra cui il noto imprenditore Eduardo Eurnekian) vicini all’esecutivo e pronti a comprare dai Werthein.
Nel frattempo, in attesa di conferme ufficiale, Telecom ha dato mandato a Credit Suisse di valutare le possibili offerte di acquisizione del suo 50% in Sofora: in lista sarebbero 2 pretendenti, il gruppo Irsa di Eduardo Elstein e il Consorzio Magna/Coinvest, con offerte che si aggirerebbero entrambe su una cifra superiore a 700 milioni di dollari.
La vicenda di Telecom Italia in Argentina si trascina ormai da tre anni, da quando, cioè, Telefonica è entrata in Telco – la holding che controlla il gruppo italiano: dal momento che il gruppo iberico controlla anche l’altro grande operatore telefonico del Paese, Telefonica Argentina, l’antitrust argentino (CNDC) ha imposto a Telecom Italia di cedere la propria quota nella holding Sofora, che controlla Telecom Argentina, nei tempi e nei modi stabiliti dalle autorità locali e il governo Kirchner ha minacciato di nazionalizzare la compagnia se il gruppo italiano non li avesse rispettati. A febbraio, quindi, la Corte della camera penale di Buenos Aires ha annullato la decisione dell’antitrust, seguendo anche la decisione del Tribunale di Buenos Aires, che già a metà gennaio aveva annullato le scadenze imposte dal CNDC.
Lo scorso 12 marzo, quindi, il Tribunale amministrativo ha notificato a Telecom Argentina un provvedimento che sospendeva l’esercizio delle funzioni da parte dei consiglieri Telecom Italia. Provvedimento annullato a giugno dalla Camera di appello penale economica ha accolto i ricorsi presentati dal gruppo italiano.
In Brasile, intanto, Telefonica potrebbe ricorrere a un arbitrato per sciogliere la joint venture Brasilcel che controlla Vivo Participacoes se non venisse raggiunto un accordo con Portugal Telecom entro il 16 luglio, data in cui scadrà la validità dell’offerta da 7,15 miliardi presentata a PT.
Telefonica e PT controllano Brasilcel, che a sua volta controlla il 60% di Vivo: l’offerta da 7,15 miliardi era stata accettata dai soci del gruppo portoghese, ma bloccata dal Governo di Lisbona, che ha fatto ricorso, per la prima volta, alla Golden Share, i diritti speciali detenuti nell’operatore ex monopolista.
Telefonica non ha commentato le indiscrezioni, lanciate dal quotidiano Abc, e secondo le quali, una volta sciolta la JV con PT, Telefonica dovrebbe acquistare le azioni sul mercato fino a raggiungere una quota di maggioranza. Un’operazione che potrebbe durare anche sei mesi.
Cesar Alierta, stamani, si è limitato a ribadire che l’offerta presentata a Portugal Telecom scadrà venerdì.