Italia
Gli eurodeputati Patrizia Toia (S&D, Vice Presidente della Commissione Industria), Silvia Costa (S&D, membro della Commissione Cultura ed Istruzione) e Roberto Gualtieri (S&D, membro della Commissione Affari Costituzionali) sono intervenuti nuovamente sulla revisione della normativa sulla protezione dei dati personali in corso in Italia, presentando un’interrogazione scritta alla Commissione europea, durante la seduta plenaria del Parlamento Europeo a Strasburgo.
“In Italia è in corso una revisione della normativa sulla protezione dei dati personali che modifica drasticamente il sistema previgente – si legge nell’interrogazione – introducendo nell’ordinamento italiano la disciplina dell’opt-out”. Il passaggio al sistema dell’opt-out prevede che tutti gli abbonati di servizi telefonici possano essere contattati a fini commerciali salvo esplicita indicazione contraria degli stessi in un apposito registro.
“Nella versione originale – prosegue l’interrogazione – la nuove legge italiana prevede che l’istituzione del registro pubblico degli abbonati che si oppongono all’utilizzo del proprio numero telefonico per vendite o promozioni commerciali sia accompagnata da un periodo transitorio per l’avvio e la messa a regime dello stesso, periodo che permetterebbe la “realizzazione di un’adeguata campagna informativa a favore del consumatore, al fine di consentire a quest’ultimo la piena consapevolezza dei propri diritti e delle modalità di esercizio dell’opposizione”.
Gli eurodeputati sono tuttavia preoccupati, poiché “nel corso della procedura di adozione – attualmente nella sua fase cruciale – vi è il rischio di andare incontro alla soppressione del periodo transitorio originariamente previsto, rendendo il meccanismo dell’opt-out immediatamente applicabile” fatto che, in opposizione allo spirito della direttiva europea 2002/58 sulla protezione dei dati personali, produrrebbe “effetti negativi in termini di mancata trasparenza e conoscibilità delle nuove regole da parte dei consumatori”.
Nella procedura d’infrazione già avviata verso lo Stato italiano lo scorso anno, la Commissione europea aveva rilevato che la normativa comunitaria stabilisce per il consumatore ferme garanzie di massima trasparenza e conoscibilità delle nuove regole.
Secondo gli eurodeputati tale “garanzia verrebbe completamente meno” nel caso in cui il periodo transitorio venisse soppresso, “poiché gli abbonati non potranno decidere se permettere che i loro dati personali siano inseriti in un elenco pubblico e in che misura i loro dati siano pertinenti per gli scopi di tale elenco”.