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L’integrazione fra broadband e broadcast è destinata a subire una forte accelerazione con il lancio di Google TV. E’ quanto afferma e-Media Institute, precisando che dal prossimo autunno saranno in vendita i primi televisori dotati del nuovo sistema operativo che permette l’accesso diretto ai contenuti Internet e che li integra con quelli propriamente televisivi.
Per i produttori di elettronica di consumo è certamente una nuova opportunità che si aggiunge all’Alta Definizione e alla TV in 3D. Per i broadcaster si presenta una difficile sfida che può mettere in discussione quei progetti di OTT TV (Over-the-Top TV) basati su sistemi chiusi di integrazione broadcast-broadband. Se l’iniziativa di Google avrà successo l’asse di evoluzione del sistema televisivo si sposta decisamente verso le logiche distributive del modello Internet-Web.
Google Tv è una piattaforma realizzata insieme a Sony, Intel e Logitech che integra web e servizi tv nel televisore del salotto. Già presente su diversi modelli di telefoni cellulari, fornisce agli utenti avanzati servizi di ricerca per navigare tra una serie di programmi Tv e siti Internet comodamente seduti.
Negli Usa sono già iniziati i test con Dish Network: gli utenti devono dotarsi di decoder basato su piattaforma Android che usa processore della famiglia Atom di Intel, per un costo che si aggira intorno ai 200 dollari. Un telecomando speciale e una tastiera senza fili saranno targati Logitech. Il browser per Internet sarà Chrome, su cui Google punta moltissimo per il futuro.
Alla recente Worldwide Developers Conference 2010 (Wwdc), Steve Jobs ha presentato la propria risposta alla Google Tv, si tratta della Apple TV rinnovata, con capacità Full HD e, forse, con possibilità di ricevere contenuti in streaming.
Una piattaforma, insomma, in grado di riprodurre contenuti multimediali e interattivi con risoluzione elevata e con la possibilità di salvare i dati su server remoti.
Ridotte ulteriormente le dimensioni del dispositivo, peraltro già abbastanza contenute, la nuova Apple Tv vedrà anche un consistente taglio dei prezzi, con un’offerta al momento stimata a partire da 99 dollari.
Le indiscrezioni sulla funzionalità streaming sono spinte dall’acquisto, da parte di Apple, del servizio Lala, cosa che farebbe pensare, appunto, a un’integrazione della funzione di contenuti in streaming sulla piattaforma iTunes.
Grazie alla ripresa economica e alle nuove piattaforme attese sul mercato come quella annunciata da Google, saranno più di 719 milioni quest’anno gli utenti di servizi di Pay TV in tutto il mondo, in crescita del 7% rispetto allo scorso anno.
Secondo le ultime stime pubblicate da ABI Research è soprattutto la diffusione di collegamenti internet superveloci che ha consentito la diffusione di nuovi e innovativi servizi negli ultimi anni.
Nel 2009, rileva ABI Research, la regione dell’Asia e del Pacifico ha fatto la parte del leone dei servizi di Pay TV con circa 363 milioni di abbonati. Dal punto di vista delle piattaforme tecnologiche la maggiore è invece quella via cavo, anche se la sua fetta di mercato è incalzata dagli operatori di TLC con servizi di IPTV.