Donne maltrattate dai media: anche per il Consiglio d’Europa, è tempo di finirla con gli stereotipi sessisti

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Donne ‘maltrattate’ dai media, che spesso le riducono a semplici oggetti sessuali, e allo stesso tempo destinatarie di pensioni in ‘formato ridotto’ rispetto a quelle degli uomini.

Sono solo due degli esempi di discriminazione femminile su cui oggi si è concentrato il lavoro dell’Assemblea parlamentare del Consiglio d’Europa attraverso l’approvazione di due rapporti.

 

L’Assemblea ha quindi chiesto pensioni decenti per le donne e allo stesso tempo misure per mettere fine all’uso da parte dei media degli stereotipi sessisti. “Una delle prime domande rivolte al neo premier australiano Julia Gillard e’ stata perché a 47 anni non avesse figli. I giornalisti si sarebbero mai permessi di fare una domanda simile a un uomo?”, ha chiesto indignato il parlamentare britannico Denis Mac Shane.

 

Dai dati raccolti nel documento risulta che il rapporto tra donne e uomini ‘che fanno notizia’ e’ di uno a quattro. Le donne sono sotto rappresentate e spesso mal rappresentate. In genere il mondo femminile ritratto dai media è uno composto da madri di famiglia, vittime di abusi sessuali o semplici oggetti sessuali.

 

Gli uomini invece sono nella maggior parte dei casi dei professionisti, dei leader politici, degli sportivi di successo.

L’Assemblea parlamentare del Consiglio d’Europa chiede ai governi, ma anche agli stessi media, di adottare una serie di misure per porre fine a questa rappresentazione falsata della realtà che, secondo i parlamentari non fa che alimentare pratiche discriminatorie e costituisce una barriera all’eguaglianza tra uomini e donne.

 

Sul tema del rapporto tra donne e media, anche Key4biz è scesa in campo con campagna Donne e Tv, lanciata a sostegno dell’appello di Gabriella Cims, per porre alla massima attenzione delle istituzioni il tema della rappresentazione delle donne in TV. 

 

 

 

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